15 maggio 2008
Gentile Professore, il tintinnar di sciabole che le dichiarazioni di guerra del Ministro Brunetta evocano mi spinge a sottoporLe alcune considerazioni che, da un osservatorio privilegiato, non posso fare a meno di formulare.
Tra i primi annunci del nuovo Governo spicca quello del neo-ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, che dalle colonne di Libero (10 maggio) promette un impegno forte e severo nella lotta alle inefficienze e agli sprechi delle amministrazioni pubbliche. Allo stesso giornale, che mi ha intervistato oggi sull’argomento (Il PD, il Governo e i nullafacenti), ho risposto indicando i tre punti di forza di una iniziativa non velleitaria in questo campo, sui quali mi sembra possibile e auspicabile una cooperazione tra maggioranza e opposizione: la trasparenza totale (tutti i dati sul funzionamento interno delle p.a. accessibili on line), un sistema di valutazione indipendente, il metodo del benchmarking comparativo per attivare incentivi e sanzioni in modo efficace e incisivo.
Sono favorevole alla pubblicazione dei redditi dei contribuenti, che da un quarto di secolo è prassi pacifica in un Paese civilissimo come la Svezia. Per quel che riguarda i miei, pubblico nella pagina “Rendiconti” i dati analitici (singole categorie di reddito e irpef pagata) relativi agli anni 2005 e 2006, con l’impegno a fare altrettanto per quelli del 2007, non appena ne avrò presentato la dichiarazione.
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Intervista a cura di Barbara Romano pubblicata su Libero l’11 aprile 2008
Clicca qui per scaricare l’intervista dall’archivio di Pietro Ichino.
La questione se la produttività sia funzione soltanto dell’organizzazione o anche dell’impegno individuale del lavoratore
Relazione di Pietro Ichino al Forum ABI – Banche e risorse umane – Roma, 8 maggio 2008
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IL PROBLEMA DELLA SCOLLATURA TRA L’ORDINAMENTO STATUALE E IL SENSO COMUNE DIFFUSO NELLE AZIENDE
Articolo pubblicato su Il Giornale – 5 maggio 2008
Continuano ad arrivare moltissimi messaggi sul tema del ruolo di ministro del Lavoro nel nuovo Governo offertomi da Silvio Berlusconi. Ne ho selezionato uno tra i molti che dissentono dalla mia risposta negativa: Per favore, ci ripensi!; è nella sezione “Lettere”, con la mia risposta, che ovviamente è rivolta anche a tutti gli altri messaggi di contenuto analogo. A quelli – più numerosi – che esprimono invece consenso, non occorre altra risposta che un ringraziamento collettivo.
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Articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 27 aprile 2008
Devo una risposta all’editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere di ieri, ai numerosi articoli comparsi su altri giornali nei giorni scorsi, alle centinaia di messaggi che mi sono pervenuti, dopo la mia risposta negativa alla proposta di Silvio Berlusconi di assumere la carica di ministro del Lavoro nel suo governo. In questi messaggi di amici e sostenitori, circa due terzi esprimono pieno consenso (in qualche caso con motivazioni che non condivido, perché venate di manicheismo politico); gli altri esprimono dissenso e talvolta anche delusione. È soprattutto a questi ultimi che voglio rispondere.
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Tra ieri e oggi, 25 aprile, ho ricevuto molte centinaia di messaggi di lettori ed elettori, dei quali circa due terzi favorevoli alla mia scelta di non aderire alla proposta di Silvio Berlusconi di assumere la carica di ministro del Lavoro nel suo futuro Governo; negli altri messaggi si esprime invece contrarietà e persino talvolta delusione. Scelgo tra questi ultimi la lettera che segue; ma la risposta è ovviamente rivolta anche a tutti gli altri.
Caro Ichino,
ho appreso dal Corriere di questa mattina il suo diniego a partecipare ad un governo Berlusconi. Peccato, forse era veramente giunto il momento di voltare pagina rispetto “ad immobilismi di destra e di sinistra che tanti danni hanno fatto e rischiano ancora di fare al sistema economico italiano”.
Oggi il Corriere della Sera e il Riformista riportano con molta evidenza la notizia della proposta che mi è stata rivolta da Silvio Berlusconi di un impegno nel suo Governo come ministro del Lavoro. Ho risposto al futuro premier confermando quanto avevo già scritto in un editoriale del 16 aprile scorso, che richiamo nella home page: il mio compito, in questa legislatura, è quello di contribuire a costruire e radicare la politica del lavoro del Partito alla cui fondazione ho partecipato e nelle cui file sono stato eletto. Il che non impedirà né a me né al PD di coltivare tutte le convergenze serie che si renderanno possibili tra maggioranza e opposizione sulle misure utili per il Paese.
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