CHI VUOLE AFFOSSARE LA BIBLIOTECA EUROPEA?

IL PROGETTO E’ OPERATIVO, MA IL SINDACO DI MILANO MINACCIA DI DESTINARE AD ALTRI USI L’AREA GIA’ MESSA A DISPOSIZIONE PER QUESTA “GRANDE OPERA”, DI RILIEVO CRUCIALE PER LA CULTURA MA ANCHE L’ECONOMIA NAZIONALE – E IL MINISTRO DELLA CULTURA SOSTANZIALMENTE SE NE LAVA LE MANI

Interrogazione presentata il 15 luglio 2010 – Segue la risposta del ministro dei Beni e delle Attività Culturali Sandro Bondi

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA n. 4-03468
al ministro dei Beni e delle Attività Culturali,
al ministro per le Infrastrutture e al ministro dell’Economia
presentata il 15 luglio 2010 dai Senatori Ichino (PD), Finocchiaro (PD), Zanda (PD), Cantoni (PdL), D’Alia (UDC), Rutelli (ApI), Carlino (IdV), Perduca (PR), De Feo (PdL), Astore (GMisto), Germontani (PdL), Leddi  (ApI), Chiti (PD), Ceccanti (PD), Ceruti (PD), Livi Bacci (PD), Ignazio Marino (PD), Nicola Rossi (PD), Treu (PD), Veronesi (PD), Morando (PD), Bianco (PD), Adamo (PD), Baio (PD), Bastico (PD), Carofiglio (PD), Fontana (PD), Vittoria Franco (PD), Galperti (PD), Mazzuconi (PD), Nerozzi (PD), Passoni (PD), Poretti (PR), Randazzo (PD), Roilo (PD), Rusconi (PD), Sanna (PD), Soliani (PD), Tonini (PD), Vimercati (PD)

Premesso che

– la Biblioteca Europea di informazione e cultura (Beic) è il progetto che mira a dotare l’Italia di una grande struttura bibliotecaria a scaffale aperto, con libri e documenti audiovisivi a libero accesso, ricca di  circa un milione di volumi e documenti a vista, selezionati in modo da comprendere le grandi opere e i testi fondamentali di tutti i rami del sapere umanistico e scientifico, nelle lingue originali e in traduzione, con una stretta integrazione tra documenti cartacei e documenti digitali, in una prospettiva europea e internazionale di alto profilo qualitativo e culturale;
– è questa una struttura di cui l’Italia è sinora priva, mentre biblioteche analoghe (ognuna con caratteri particolari)  sono state create o sono in via di costruzione negli ultimi anni  nei paesi più avanzati, dagli Stati Uniti alla Francia, dall’Inghilterra alla Germania, dai Paesi nordici al Giappone;
– la futura Biblioteca è progettata per comprendere un auditorium, una mediateca, spazi per seminari e gruppi di studio, spazi per produzione di autonomi progetti gestiti dagli utenti, con procedure interattive;
– essa avrà una duplice funzione: sarà allo stesso tempo una grande Biblioteca di pubblica lettura di modello nuovo e una struttura attrezzata per la didattica e per la ricerca interdisciplinare, al servizio delle Scuole e delle Università;
– il progetto Beic ha richiesto oltre dieci anni di lavoro: il Progetto preliminare (2005), il Progetto definitivo (2006) e il Progetto esecutivo (2008) sono stati realizzati con i fondi stanziati dalle leggi n. 400/2000 e n. 289/2002; il Comune di Milano ha bandito il concorso di progettazione, vinto dall’arch. Peter Wilson, e ha destinato alla Fondazione Beic un’area nel centro di Milano in cui sarà costruita la Biblioteca; la Regione Lombardia ha designato la Beic quale sede dell’Archivio regionale delle pubblicazioni;
– il lavoro di predisposizione della Carta delle Collezioni e della Beic digitale è in fase  ormai avanzata;
– il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici ha espresso il 13 marzo 2009, in seduta plenaria e all’unanimità, il proprio parere positivo sul Progetto;
– il progetto esecutivo è pronto e dunque l’opera è immediatamente cantierabile;
– i tempi di realizzazione previsti sono di tre anni e mezzo dall’inizio dei lavori: dunque la prima pietra potrebbe essere posta nel novembre del 2010 e la Beic essere completata e inaugurata entro la fine di questa legislatura, nell’aprile del 2014;
– l’opera è la prima nuova grande realizzazione architettonica per la cultura concepita per Milano dopo la Triennale degli anni Trenta e dopo il nuovo Piccolo Teatro;
– la Beic colma una lacuna fondamentale del sistema bibliotecario nazionale, essendo destinata a essere inserita nella rete delle grandi biblioteche europee (Europeana e altre) anche per la sua componente digitale di avanguardia;
– si prevede che la Beic accoglierà non meno di 3000 visitatori al giorno, provenienti da un bacino di utenza ordinaria di oltre 5 milioni di cittadini e, sia pure
– la Beic potrà costituire un elemento di attrazione di rilievo e prestigio straordinari per la Milano dell’Expo 2015;
– gli effetti occupazionali della Beic e del suo indotto sono previsti nell’ordine di 3000 nuovi contratti di lavoro, di livello professionale mediamente elevato;<
– la Beic è una infrastruttura finanziabile come Grande opera; essa tuttavia costa di gran lunga meno, sino a circa 1/20, rispetto ad altre grandi opere programmate dal Governo;
– il progetto Beic è ben noto sul piano internazionale (anche attraverso il sito www.beic.it) e in occasione del Congresso internazionale delle Biblioteche (IFLA) – che si è tento a Milano nell’agosto 2009 con la partecipazione di circa 5000 bibliotecari da tutto il mondo – è stato ripetutamente evocato anche da bibliotecari stranieri;
– il costo globale dell’opera, incluso il patrimonio librario e digitale, è di 390 milioni, 100 dei quali già coperti; il fabbisogno residuo è dunque di 290 milioni; esso deve essere coperto integralmente sin dall’inizio perché l’opera non è realizzabile a lotti; i costi di realizzazione sono destinati tuttavia a distribuirsi nell’arco di un quadriennio (2011-2014);
– per le spese di gestione a regime, dell’ordine di 12 milioni annui, si prevede una pluralità di fonti:
a) flusso di spesa corrente (dell’ordine dell’1 per mille del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle Università), in ragione dei servizi di natura didattica che la Beic fornirà a Scuole e Atenei;
b) redditi dell’area destinata a terziario concessa alla Fondazione Beic dal Comune di Milano, che dovrà essere edificata;
c) comandi di personale insegnante e razionalizzazione del personale bibliotecario milanese e lombardo;
d) vendita di prodotti e di servizi;
e) sponsorizzazioni pubbliche e private;

tutto ciò premesso, si chiede

– se i ministri dell’Economia e dei Beni culturali sono a conoscenza del rischio grave che la destinazione dell’area prescelta per la realizzazione di questo progetto, sul quale tanto è già stato investito, venga revocata dal Comune di Milano, con la conseguenza della vanificazione del progetto dell’Architetto Wilson, concepito per quell’area, e della perdita totale di quanto è stato investito fin qui sul progetto stesso;

– se essi non ritengano urgente disporre, anche attingendo ai fondi destinati all’Expo 2115, lo stanziamento necessario quanto meno per l’avvio delle procedure di gara per la costruzione della Beic;

– in ogni caso, che cosa i ministri stessi intendano fare per evitare l’enorme perdita per la cultura italiana e per l’economia stessa del Paese, che sarebbe costituita dall’azzeramento del progetto.

Scarica la risposta del Ministro per i Beni e le attività culturali, pervenuta il 20 ottobre 2010

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