OGGI PIU’ CHE MAI CI INTERPELLA IL MANIFESTO CHE IL COMANDANTE PARTIGIANO PIETRO DEL GIUDICE AFFISSE SULLA PORTA DEL SUO UFFICIO ALLORCHE’ L’AUTORITA’ MILITARE ALLEATA LO NOMINO’ PREFETTO DI APUANIA LIBERATA NEL 1945 – “PREFETTO DEI CALCINACCI” SI DEFINI’, PER PORRE IN RISALTO IL COMPITO, DI CUI AVVERTIVA TUTTA L’URGENZA, DI RICOSTRUIRE IL PAESE NEGLI EDIFICI E NELLE COSCIENZE
Quello che segue è il manifesto che Pietro Del Giudice affisse sulla propria porta nell’aprile 1945, appena nominato dal CLN Prefetto di Apuania – V. anche la mia riflessione al Convegno di Massa del 26 giugno 2010 “Un uomo di pace in tempo di guerra” sulla sua straordinaria esperienza come capo partigiano nel 1944-45
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IL PREFETTO COMUNICA:
Non faccio raccomandazioni di sorta.
Le raccomandazioni sono espressione della immoralità fascista.
L’occupazione dei singoli non mi compete.
Ho il dovere invece di procurare lavoro per tutti e ogni mia energia deve tendere a questo fine.
L’assistenza dei singoli non mi compete.
Ho il dovere invece di curare che vengano assistiti tutti i bisognosi attraverso gli Uffici competenti, che è mia intenzione e mio dovere potenziare al massimo. Gli Enti Comunali di assistenza e le varie Commissioni Provinciali debbono assolvere tale compito. Io ricevo unicamente coloro che desiderano collaborare ad una migliore organizzazione dell’Assistenza Sociale.
Gli organismi della Giustizia sono al di sopra di noi tutti. A nessuno è lecito, neanche al Prefetto, interferire nell’opera della Giustizia. Intendo difendere la libertà della Magistratura e degli organi di Polizia con ogni mezzo a disposizione.
Come Prefetto non ho nè amici nè parenti – ricevo con riconoscenza consigli e critiche fattive.
Nessuno ha il diritto di farmi perdere del tempo.