POMIGLIANO ACCENDE IL DIBATTITO SULLA RIFORMA DEL NOSTRO SISTEMA DI RELAZIONI INDUSTRIALI
Nella mia Lettera sul lavoro, sul Corriere della Sera di oggi, indico quello che dovrebbero fare Governo e opposizione per gli operai di Pomigliano (e non solo per questi), invece che interferire nel gioco delle relazioni industriali: una legge di cinque righe e la detassazione dei redditi di lavoro fino a 1000 euro (non è utopia: si può fare).
Nella mia risposta su lavoce.info ai commenti che avevano fatto seguito al mio articolo della settimana scorsa sullo stesso sito, chiedo ai difensori intransigenti dell’inderogabilità del c.c.n.l. contro le deroghe proposte da Marchionne a Pomigliano: perché, allora, tolleriamo le deroghe infinitamente più gravi volute e gestite dalla Camorra (che pure potrebbero essere agevolmente spazzate via)? Luigi Mariucci interviene ancora sulla questione della clausola di tregua: v. il suo nuovo intervento, con la mia replica: non basta l’ipse dixit contro un mondo intero che funzione nel modo opposto e contro la necessità di voltar pagina rispetto alla pratica della conflittualità permanente.
I GIOVANI CALABRESI: “ATTIRARE IMPRENDITORI IN CALABRIA E’ IMPOSSIBILE” – LA MIA REPLICA
Prosegue il dialogo con gli stagisti delusi. Rispondo loro invitandoli a studiare il modo migliore per ingaggiare gli imprenditori che servono per lo sviluppo della Regione.
QUANDO L’ALTARE VA A FUOCO: IL CRISTIANO, LA BUONA POLITICA E LA RELIGIONE CIVILE
La mia relazione al convegno su Un uomo di pace in tempo di guerra, nel decennale della morte di Pietro Del Giudice – domenicano, capo partigiano e prefetto della provincia apuana dopo la Liberazione -, svoltosi a Massa sabato scorso.
CROCEFISSO NELLE AULE: NON CHIEDIAMO LA RIFORMA DELLA SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA
Un appello del gruppo “Noi siamo Chiesa” chiede allo Stato italiano di non opporsi alla decisione con cui la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha ritenuto che l’affissione del crocefisso nelle aule giudiiarie e delle scuole pubbliche contrasti con il principio di libertà religiosa. Il documento si conclude riprendendo uno stralcio del mio intervento al Senato del 4 novembre 2009 sullo stesso tema.
DOPO LA CONFERMA DELLA SENTENZA DI PRIMO GRADO, NUOVE MINACCE DAI BRIGATISTI
Giovedì scorso nell’aula della Corte d’Appello di Milano hanno gridato “Ichino assassino”; ma io non ho mai preparato aggressioni contro nessuno, né tanto meno ne ho poste in essere. Ai giornalisti che mi hanno chiesto una dichiarazione in proposito ho detto che non ho nulla da aggiungere a quanto dissi nell’intervista pubblicata da Repubblica il 26 gennaio e nell’articolo sul Corriere della Sera del 14 giugno dello scorso anno e nella Lettera aperta ai terroristi del 2003. Questi i motivi della sentenza di primo grado, che ha condannato i brigatisti per il tentativo di aggressione nei miei confronti, quasi integralmente confermata dalla Corte d’Appello.