L’ASSEMBLEA NAZIONALE DEL PD E LA POLITICA DEL LAVORO
Nel mio intervento all’assise programmatica che si è svolta alla Fiera di Roma venerdì e sabato, citato dalla maggior parte dei quotidiani di ieri, ho indicato due errori che a mio avviso un Partito “fondato sul lavoro” non può commettere (è disponibile anche il video dell’intervento). V. inoltre il verbale sintetico dei lavori della Commissione in cui questi temi sono stati discussi (sul quale, peraltro, nel voto finale le astensioni hanno quasi eguagliato i voti favorevoli). Questo documento conclusivo indice una “consultazione a tutti i livelli che il Pd apre da oggi”: il dibattito interno, dunque, è più che mai aperto. Altri documenti in proposito (precedenti all’Assemblea): il mio editoriale su Europa del 20 maggio e, per il dibattito interno al Pd, un intervento di Marianna Madia e uno di Franco Scarpelli.
20 MAGGIO 1970-2010: LO STATUTO COMPIE QUARANT’ANNI
V. il mio intervento al Senato, e quelli dei senatori Nerozzi, Treu, Castro e Sacconi, in occasione della celebrazione della ricorrenza (per un approfondimento sul tema della crisi del contrattualismo che ha coinciso con il periodo dell’elaborazione ed emanazione dello Statuto dei lavoratori, cui faccio riferimento nell’intrervento, v. Appunti sulla catastrofe ideologica della Cisl negli anni ’60).
IL GOVERNO RINNEGA LA RIFORMA BRUNETTA
Circola una bozza della “manovra” finanziaria di Tremonti, contenente una stupefacente disposizione che mira a sospendere per due anni l’applicazione della riforma voluta dal ministro della Funzione pubblica! Nel frattempo, ancora nessuna risposta all’interpellanza urgente presentata il 12 maggio scorso al Presidente del Consiglio e ai ministri Tremonti e Brunetta – primi firmatari Finocchiaro, Ichino, Bonino, Zanda, Bianco, Morando – sui ritardi del Ministro dell’Economia negli adempimenti indispensabili per il funzionamento della nuova Autorità indipendente per la valutazione e la trasparenza delle p.a. (Civit), spiegabili soltanto con l’intendimento ora manifestato apertamente da quella disposizione.
I “SUPER-STAGISTI” CALABRESI ORA SI SENTONO TRADITI DALLO STATO E DALLA REGIONE
Hanno ragione a chiedere di non essere considerati truffatori anche loro; ma non possono considerarsi “truffati”. E ora non devono ricadere nell’errore iniziale, chiedendo ulteriori interventi assistenziali: lo sviluppo della Calabria richiede che il denaro pubblico venga speso in tutt’altra direzione. Leggi due loro lettere-SOS e le mie risposta.