IL 24 LUGLIO SCORSO E’ STATO ACCOLTO L’ORDINE DEL GIORNO CHE PREVEDEVA LA PUBBLICAZIONE ON LINE DELLE DICHIARAZIONI DEI REDDITI E DEI PATRIMONI DEI SENATORI. A QUATTRO MESI DI DISTANZA ANCORA NON SE NE E’ FATTO NIENTE
Dal resoconto stenografico della seduta pomeridiana del Senato del 3 dicembre 2008
Sulla pubblicità delle dichiarazioni dei redditi dei senatori
ICHINO (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ICHINO (PD). Signora Presidente, il 24 luglio di quest’anno la Presidenza del Senato ha accolto un ordine del giorno, che ho presentato insieme ad alcuni colleghi del mio Gruppo e radicali, che vincolava la Presidenza stessa a pubblicare on line le dichiarazioni presentate dai senatori in riferimento ai propri redditi e alle proprie proprietà mobiliari e immobiliari.
La ragione di questa iniziativa è evidente. La forma di pubblicità prevista dalla legge 5 luglio 1982 n. 441 per le dichiarazioni dei redditi e dei patrimoni dei parlamentari non è più adeguata rispetto a ciò che si intende oggi per pubblicità. Oggi la vera pubblicità è data dalla pubblicazione in rete.
Ora, a quattro mesi di distanza, questo impegno assunto dalla Presidenza del Senato non è stato ancora onorato. Ne ho chiesto il motivo agli Uffici competenti; mi hanno risposto che la legge del 1982 prevede che la pubblicazione avvenga congiuntamente per le dichiarazioni dei senatori e per quelle dei deputati: l’ulteriore forma di pubblicità dovrebbe pertanto essere concordata con la Presidenza della Camera. Questa risposta però non mi sembra congrua, dal momento che l’adempimento congiunto, da parte di Camera e Senato, dell’obbligo previsto dalla legge del 1982, nelle forme un po’ arcaiche stabilite da quella norma, non impedisce affatto che la Presidenza del Senato, essendosi assunta l’impegno di fare qualcosa di più su questo terreno, aggiunga – per quanto di propria competenza ‑ una forma di pubblicità ulteriore a quella vecchia, creando un apposito spazio nel sito del Senato; se ritenuto necessario, nulla vieta che si attivi anche un meccanismo idoneo a consentire la tracciabilità di coloro che accedono via Internet a questi dati.
Poiché l’estate scorsa è stato assunto un impegno formale, chiedo che la Presidenza del Senato ci dia una risposta formale: in particolare, che essa chiarisca se intende procedere, se cioè intende mettere in rete le dichiarazioni dei senatori anche senza che la Camera dei deputati faccia altrettanto, oppure no. Nel caso in cui non si intendesse procedere secondo quanto previsto nell’ordine del giorno accettato nel luglio scorso, mi impegno fin d’ora a presentare un disegno di legge che preveda espressamente tale adempimento. Tuttavia, mi sembra non necessario ricorrere a un provvedimento siffatto per compiere un atto coerente con quello stesso principio di trasparenza che il Senato chiede a tutte le amministrazioni pubbliche con il disegno di legge che abbiamo approvato pochi giorni or sono in Commissione Affari Costituzionali. Non si vede per quale motivo quella trasparenza debba valere per gli altri e non per noi. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Senatore Ichino, la Presidenza ha presente l’ordine del giorno da lei richiamato. A tale riguardo, la informo che si stanno valutando le possibili soluzioni, sul piano normativo, all’esigenza da lei posta, con le necessarie intese con l’altro ramo del Parlamento.