ALCUNI GIOVANI TITOLARI DI SUPER-STAGES (DELLA DURATA DI 24 MESI, A MILLE EURO AL MESE) DEL PROGRAMMA LANCIATO DUE ANNI FA DALLA REGIONE CALABRIA CONFERMANO LA FONDATEZZA DELLA MIA DENUNCIA DI ALLORA: “OGGI, A POCHI MESI DAL TERMINE DEL PROGRAMMA, SIAMO DAVVERO PREOCCUPATI DI AVER PERSO SOLO DEL TEMPO”
Lettera pervenuta il 12 maggio 2010; segue la mia risposta: “siete in qualche misura corresponsabili anche voi: non perseverate nell’errore commesso due anni fa” (alla quale replica, il 23 maggio, una rappresentante degli stagisti) – Per risalire ai numerosi documenti precedenti sulla vicenda dei super-stages calabresi, e ora anche lucani, tra i quali due mie interrogazioni parlamentari che a tutt’oggi sono rimaste senza alcuna risposta, v. l’ultima interrogazione, del 16 marzo scorso: ivi il link agli altri documenti in proposito pubblicati su questo sito dal gennaio 2009 in poi
Caro Senatore,
quasi inutile dirLe chi siamo dal momento che Lei segue le nostre vicissitudini, legate al Programma Stages 2008 della Calabria, sin dagli esordi.
Questa esperienza che abbiamo vissuto, e stiamo vivendo ancora per qualche mese, è stata criticata da Lei aspramente, per motivi condivisibili da noi solo in parte. Certo è che il triste epilogo che si sta concretizzando finisce per darLe ragione per molti versi.
Nel gennaio 2009 lei scrisse una lettera agli amministratori della Regione Calabria, di seguito ci furono delle interrogazioni parlamentari sempre sul nostro Programma. Noi fummo molto delusi dalle sue parole, specie dalla cruda etichetta di “stagisti a paga doppia votati alla nullafacenza”, soprattutto perché consapevoli di tutta una serie di sacrifici affrontati per arrivare ad avere i curriculum invidiabili che ci hanno portato a vincere questa selezione della Regione Calabria.
Credo che Lei possa capire perfettamente il nostro disappunto di allora rispetto alla polemica sollevata. Con tutta onestà, l’aspetto della durata e della retribuzione di circa 980 euro reputati “eccessivi” in base alle leggi nazionali vigenti, non è certo qualcosa di cui ci possiamo preoccupare o vergognare noi! Ovviamente noi abbiamo solo colto quella che reputavamo essere una grande occasione, innovativa ed unica in Italia, occasione che meritavamo appieno, dal momento che siamo risultati essere i “migliori laureati di Calabria”. Oggi, a pochi mesi dal termine del Programma, siamo davvero preoccupati di aver perso solo del tempo. Noi abbiamo aderito fondamentalmente perché ci siamo appellati alla legge regionale del 2004 che ha istituito il progetto, e che recita testualmente “promuovere un percorso di eccellenza finalizzato ad attrarre e a trattenere risorse umane ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani (…) che abbiano capacità e competenze necessarie per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della Regione”. E’ bene ricordare, inoltre, che il costo del “Programma Stages” è stato di 6 milioni di Euro, di cui la metà rinvenuti dal Fondo Sociale Europeo e, per ciò che riguarda le norme comunitarie, la Commissione Europea, nelle Disposizioni generali FESR-FSE-Fondo di coesione (2007 – 2013), in linea con il metodo della “strategia europea per l’occupazione”, propone tra le priorità di destinazione dei fondi erogati dal FSE la creazione di nuovi posti di lavoro effettivi, e non di bacini di “illustre precariato”.
Ovviamente pensavamo tutti dall’inizio che la Regione Calabria avesse tutto l’interesse di formarci ulteriormente per trattenerci e non per costringerci ugualmente ad emigrare invecchiati di due anni e senza neppure poter sfruttare questa esperienza nel settore privato!!!!
Secondo Lei è così sbagliato, dopo aver votato la propria vita allo studio, all’impegno ed al lavoro, pretendere di avere una concreta occasione di contribuire allo sviluppo della propria Regione?? I modi ci sarebbero se solo i politici volessero. Non è vero che tutte le Amministrazioni dove siamo stati collocati sono sovradimensionate, moltissime potrebbero bandire concorsi per assorbirci (concorsi, ovviamente, non pretendiamo sconti!!!), per chi di noi dovesse, invece, trovarsi in Enti impossibilitati dal bandire concorsi, la Regione potrebbe metterci in mobilità ed aiutare il nostro assorbimento in altre P.A. L’importante sarebbe trovare una tutela per tutti, perché è tutto interesse della Regione, raccogliere i frutti dell’investimento che ha fatto su di noi, senza far si che lo facciano altri territori di altre Regioni italiane o estere. Al momento esiste, infatti, un articolo, il n. 14 della l.r. n. 8/2010, in base al quale “la Regione contribuisce mediante erogazione a favore degli Enti utilizzatori di un incentivo annuale di euro 10.000,00 per ogni soggetto assunto a tempo indeterminato nel rispetto delle norme per l’accesso al pubblico impiego e che ha concluso con esito positivo tutte le attività di formazione previste dal Regolamento Stages…”.
Speriamo che Lei abbia capito il nostro punto di vista e voglia contribuire ad aiutarci affinché non si venga sbattuti per strada. Per questo le alleghiamo le lettere aperte e gli articoli che abbiamo pubblicato sulla stampa locale, indirizzate al nuovo governatore Scopelliti (che tanto parla di opportunità ai giovani meritocratici) ma che sono state completamente ignorate.
Se la Sua volontà è davvero quella di fare i nostri interessi, ci aiuti e non ignori il nostro appello.
Certi della Sua sensibilità, cordialmente,
una rappresentanza di stagisti del Programma Stages 2008
La colpa più grave nei vostri confronti, che due anni fa imputavo alla Regione Calabria (e, in essa, all’intero arco delle forze politiche, tutte egualmente corresponsabili in questa vicenda), era proprio quella di avervi ingannati: avervi cioè promesso una formazione professionale che non ci sarebbe stata e sbocchi professionali nelle amministrazioni pubbliche locali che sarebbero stati invece altamente problematici, per non dire impossibili. La stessa colpa imputo al Governo centrale, che avrebbe potuto e dovuto intervenire per impedire questo inganno e questo sperpero di denaro pubblico: esso invece ha deliberatamente scelto di chiudere entrambi gli occhi su questa vicenda, senza peraltro avere il coraggio di assumere le proprie responsabilità in proposito davanti al Parlamento (entrambe le mie interrogazioni sono ancora prive di risposta). Anche voi, però, foste avvertiti fin dall’inizio del carattere ingannevole e fraudolento di quell’iniziativa sciagurata; e anche voi – nonostante l’eccellenza del vostro titolo di studio – avete compiuto la scelta di prendere i soldi, sperando che insieme ai soldi maturasse col tempo una sorta di diritto automatico alla stabilizzazone “a prescindere”. Avete fatto male; e per questo siete in parte corresponsabili dell’esito pesantemente negativo che sta delineandosi. Sta di fatto che l’Italia, se non vuol finire come la Grecia, non può più permettersi questi auto-inganni e questi enormi sprechi di denaro: non è così che si promuove lo sviluppo sociale, economico e culturale di una regione in difficoltà, come la vostra; non è così che si creano le condizioni perché le sue intelligenze migliori possano essere valorizzate al servizio della regione stessa. Ora quello che dovete fare è innanzitutto non perseverare nell’errore: non chiedete ancora assistenza, aiuti, “tutele”, “procedure di mobilità”! Dovete cogliere con intelligenza (che non vi manca!) l’insegnamento che si può trarre da questa vicenda: l’assistenzialismo fa danno anche a chi apparentemente ne beneficia. Dunque, non piangetevi addosso, non attardatevi a recriminare, non aspettate che lo Stato-mamma o la Regione-mamma si inventino per voi l’ennesimo stipendio a vita (tanto, con questi chiari di luna, né l’uno né l’altra possono più permettersi di farlo). Datevi da fare, piuttosto, insieme a tutti i giovani calabresi che si trovano nella stessa condizione, per attirare nella vostra terra buoni imprenditori con buoni piani industriali, sapendo che questo comporta negoziare con loro le modalità di attuazione del piano a 360 gradi e scommettere con loro sul successo dell’iniziativa, rischiando anche qualche cosa di vostro: hire your best employer! Immagino che mi chiederete dove andare a cercarli questi imprenditori e come fare per convincerli a investire in Calabria; vi rispondo che questo, semmai, è il servizio che dovreste chiedere allo Stato, alla vostra Regione e ai vostri sindacati: aiutarvi a ingaggiare gli imprenditori migliori e a negoziare con loro la scommessa comune, mobilitandosi al contempo per creare in Calabria l’ambiente più favorevole per l’insediamento e investendo in questo – non in stipendi fasulli – tutto il denaro pubblico disponibile. Non è facile; ma alternative non ce ne sono. Salvo quella, vecchia come il mondo, di recarvi voi stessi a lavorare dove le buone imprese sono già insediate. (p.i.)
LA REPLICA DI UNA RAPPRESENTANTE DEGLI STAGISTI
Caro Senatore, Lei ha perfettamente ragione nel sottolineare la reticenza del Governo Nazionale nel rispondere alle Sue interrogazioni, ma tornando alla “corresponsabilità” che ci attribuisce, non trova che sarebbe stato davvero masochista da parte nostra accettare di buon grado una simile situazione se non avessimo creduto per davvero che gli esiti non sarebbero stati “sciagurati” e “fraudolenti”?
Si è vero che nel nostro bando era scritto molto chiaramente che la durata sarebbe stata solo di due anni, ma, come Le abbiamo già scritto, i principi fondanti del programma erano incentivare la residenzialità, impedire la fuga di risorse ad alto potenziale, ed i fondi che lo hanno finanziato potevano essere impegnati solo per produrre occupazione stabile. Inoltre, non dimentichiamo che gli Enti nei quali siamo stati collocati avevano tutti presentato a monte una manifestazione d’interesse per determinate professionalità mancanti nella loro pianta organica.
Lei sostiene che siamo “colpevoli” per aver preso questi soldi quasi come se fossimo dei ladri o dei truffatori (in un call center avremmo guadagnato di più e faticato di meno!), ma la realtà è ben diversa, in primis perché, al di là di qualche caso isolato di stagista ribellatosi all’indifferenza dell’Ente nel quale era stato collocato, noi tutti abbiamo svolto un vero lavoro strumentale, spesso sforando dall’orario che eravamo tenuti a rispettare, senza avere alcun contributo versato, con un stipendio più basso di una categoria B, e non ci vengano a raccontare la favoletta dello stage perché sappiamo benissimo che è stato solo un espediente per risparmiare sui costi!
Abbiamo lavorato tantissimo e bene, come dimostrano tutta una serie di lettere di elogio al nostro operato da parte di Amministratori, Sindaci, Presidenti di Provincia, le relazioni valutative dei funzionari dai quali siamo stati affiancati, ed abbiamo anche svolto una progettazione seria (anche questo ampiamente documentabile) dal momento che ognuno di noi ha avuto l’incarico di elaborare un modello innovativo per la P.A.
Quindi, in una Regione che ha fatto del mero assistenzialismo la sua ragion d’essere, e che non è stata mai capace di comprendere che lo sviluppo economico dipende dalla qualità del capitale umano, saremmo noi lo “sperpero del denaro pubblico”? Sicuramente presto lo diventeremo se effettivamente il nostro Programma non avrà un seguito, perché su noi si è investito in termini economici notevoli, e, costringendoci ad emigrare, la Calabria esporterebbe capitali economici ed intellettuali senza averne alcun ritorno utile, a tutto vantaggio dei territori che godrebbero dei benefici del nostro sapere e talento.
Probabilmente, caro Senatore, nonostante la nostra infinita lista di titoli, abbiamo solo peccato di ingenuità e di obiettività perché la Calabria e il clientelismo sono un binomio inscindibile ma, ciononostante, noi abbiamo commesso l’errore di dare credito, prima, alle parole pronunciate nel luglio del 2008, durante la cerimonia ufficiale della nostra “incoronazione”, quando venimmo osannati come la futura classe dirigente calabrese e la svolta meritocratica della quale la Calabria non si sarebbe più privata, e successivamente, ai programmi della recente campagna elettorale, quando addirittura si “giurò sul proprio onore” di guidare la difesa a spada tratta dei brillanti giovani autoctoni. Quindi non ci faccia passare per corresponsabili, ci risparmi almeno la “beffa” oltre al “danno”.
Con stima sempre e comunque.
Una rappresentanza di stagisti del Programma Stages
Cara Francesca, questo suo messaggio conferma che fin dall’inizio eravate perfettamente a conoscenza del difetto di contenuto formativo degli stage in cui vi eravate impegnati. Non vi accuso affatto di essere né ladri né truffatori; ma vi invito a non presentarvi ora come “truffati”. E a non trarre motivo dall’intervento di natura sostanzialmente assistenziale (nel senso tecnico della parola), di cui avete beneficiato, per chiedere altri interventi della stessa natura: non è così che otterrete lo sviluppo della vostra regione. (p.i.)