CONTRO L’ASIMMETRIA INFORMATIVA TRA AVVOCATO E CLIENTE

“COME PROFESSIONISTA NON HO MOTIVO DI OPPORMI A CHE IL MIO OPERATO VENGA GIUDICATO DA UN ALTRO COLLEGA” – UN SITO PER LA TRASPARENZA DEL CETO FORENSE

Lettera pervenuta il 3 maggio 2010

Caro professore,
ho letto il tuo articolo “Chi difenderà il cliente dal suo difensore”, ne ho apprezzato i toni, ma soprattutto i contenuti. I punti della riforma non sono i minimi o i massimi tariffari, sappiamo tutti che nella redazione di una parcella hanno un peso minimo per chiunque “sappia muoversi” con il tariffario forense. Nemmeno la pubblicità, se contenuta, costituisce il nodo del problema.
Il cliente, invece, deve sapere con chi ha a che fare,a chi si rivolge: perché non posso leggere su internet il curriculum vitae del mio medico, del mio commercialista e naturalmente del mio avvocato?
Io come cliente voglio sapere in che università ha studiato, con che votazioni ha conseguito la laurea, se e cosa ha scritto –perché se ho solo pubblicazioni di diritto del lavoro e accetto un incarico di tributario vuol dire che qualcosa non funziona-, a quali convegni ha partecipato, dove ha sostenuto l’esame di abilitazione, ecc.
E poi, come professionista, non ho nessun problema che il mio operato venga giudicato da un altro collega, se sto male non sento l’opinione di diversi medici?
Ne parlavo ieri con alcuni amici, bisognerebbe lanciare un sito in cui i liberi professionisti, volontariamente (e magari in futuro obbligatoriamente), inseriscono il loro c.v.  sulla base di un format che permetta all’utente di conoscere tutte le informazioni utili. Abbiamo anche un nome: “professionisti col” con una sola “o” (Curriculum On Line).
Roberto Bausardo 

 

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