LETTERA APERTA ALLA MINISTRA GELMINI SULLA SCUOLA DI CORTILE

DA ASTIGIANO, NON VORREI MAI CHE I MIEI FIGLI AVESSERO UN INSEGNANTE BIELLESE: TUTTA BRAVA GENTE, PER CARITA’, MA DA QUESTO A FARLI INSEGNARE QUI DA NOI CI CORRE…

Lettera aperta di Bruno Gambarotta, pubblicata su La Stampa del 24 aprile 2010 – Sul progetto governativo di regionalizzare graduatorie e concorsi per l’insegnamento nella scuola media v. anche il commento di Michele Ainis sulla Stampa del 22 aprile, che fa seguito a un intervento di Marco Rossi Doria del giorno precedente.

Gentile signora Gelmini, mi consenta di felicitarmi con lei per la proposta del reclutamento regionale degli insegnanti a partire dal 2011, un grande contributo alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità. La prego, fatto trenta, faccia trentuno. Prendiamo una regione a caso, il Piemonte. Si fa presto a dire piemontese. Da astigiano non vorrei mai che i miei discendenti avessero un insegnante biellese. Tutta brava gente, per carità, ma fanatica del lavoro e dedita al culto del dio denaro. Un langarolo? Per carità, tutta brava gente, ma giocatori, hanno inventato il pallone elastico per poter scommettere su ogni tiro. Tenga conto, la prego, che la mia famiglia è del rione San Secondo: purtroppo anche quelli che abitano al di là del Tanaro  si fanno chiamare astigiani, tutta brava gente per carità ma lei mi insegna che nonc’è niente come un fiume capace di differenziare i caratteri. Brava Gelmini: lei è troppo giovane per ricordarsene, ma c’è stato un tempo in cui i professori, vinto il concorso, venivano mandati in sedi lontane; così gli Augusto Monti, gli Umberto Zanotti Bianco scoprivano la spaventosa arretratezza del nostro Sud e ne scrivevano, mettendo in cattiva luce la loro patria all’estero. Non succederà più, ce ne staremo ciascuno nel suo bozzolo, al massimo andremo una volta a Catanzaro a farci dare l’abilitazione per esercitare la professione di avvocato.

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