PROCESSO BREVISSIMO PER I POLITICI

PER LA PROTEZIONE DELLE PREROGATIVE DI TUTTI I PARLAMENTARI, INVECE DEL DIFFERIMENTO DEL PROCEDIMENTO PENALE, CHE AUMENTA IL PREGIUDIZIO PER IL LORO BUON NOME E PER IL PRINCIPIO DI TRASPARENZA TOTALE DELLE RESPONSABILITA’,  PERCHE’ NON DISPORRE IL PRIVILEGIO ESATTAMENTE OPPOSTO, DI UN PROCEDIMENTO PENALE IMMEDIATO CON TEMPI BREVISSIMI DI SVOLGIMENTO?

Testo dell’intervento che avrei dovuto svolgere al Senato nella seduta pomeridiana del 9 marzo 2010, nella discussione sul disegno di legge n. 1996 sul c.d. “legittimo impedimento”  (disposizioni in materia di impedimento del Presidente del Consiglio e dei ministri a comparire in udienza nei procedimenti penali), a sostegno dell’emendamento n. 1.4 all’articolo 1. Non ho potuto svolgerlo perché il Governo ha posto la fiducia sul provvedimento prima dell’inizio della discussione degli emendamenti. Con l’emendamento cui l’intervento si riferisce proponevamo di sostituire l’articolo 1 del disegno di legge governativo con il seguente: “Art. 1- (Priorità assoluta ai processi penali a carico di membri del Parlamento). – Al fine di garantire il libero e ordinato esercizio delle prerogative e competenze connesse al mandato parlamentare, a norma degli articoli 67 e 68 della Costituzione, la presente legge riconosce priorità assoluta ai procedimenti penali a carico di membri delle Camere, in sede di formazione dei ruoli di udienza e trattazione dei processi”.

Signor Presidente, l’opinione pubblica, travisando le intenzioni del Presidente del Consiglio, è convinta che tutte le iniziative legislative del Governo – recenti e meno recenti ‑ in materia di amministrazione giudiziaria siano volte soltanto a sottrarre il Presidente stesso ai procedimenti penali che lo vedono imputato.
E’ invece evidente a chiunque esamini la questione in uno spirito non fazioso che ciò che disturba il Presidente del Consiglio – “uomo del fare” se mai ve ne furono ‑ sono soltanto le lungaggini insopportabili di quei procedimenti e il pregiudizio prolungato per l’efficienza e l’immagine che ne deriva a chi vi è coinvolto.
Il problema, a ben vedere, riguarda non soltanto il Premier, ma qualsiasi parlamentare che sia coinvolto come imputato in vicende giudiziarie. Ed è pure evidente come un differimento del giudizio risolva soltanto il problema dell’interferenza del procedimento giudiziale con l’attività politica o di governo dell’imputato; ma non risolve, anzi addirittura aggrava il danno alla sua immagine. Danno tanto più ingiusto quanto più infondata in ipotesi sia l’accusa che gli viene mossa.
Ecco dunque la soluzione che proponiamo con questo emendamento sostitutivo dell’articolo 1 del disegno di legge al nostro esame: garantire non soltanto ai vertici politici dello Stato, ma a tutti i parlamentari, invece di una immunità che potrebbe troppo facilmente essere vista dalla gente come impunità, un privilegio diverso: quello di una priorità assoluta nello svolgimento del procedimento penale, che conduca a una sentenza nel giro di brevissimo tempo. Priorità assoluta, dunque, non soltanto nella formazione dei ruoli di udienza, bensì anche in sede di trattazione e dibattimento.
Si otterrà in questo modo il duplice importantissimo risultato di garantire al politico incriminato la possibilità di chiarire immediatamente la propria posizione, rendendo conto al Paese del proprio operato, e al tempo stesso di evitare che l’ombra dell’accusa si allunghi indebitamente sull’intera durata del suo mandato.
Ci rendiamo conto del fatto che questo emendamento muove in direzione esattamente opposta a quella in cui si muove il disegno di legge al nostro esame, d’iniziativa dei deputati Consolo e altri. Ma riteniamo che il vero interesse del Presidente del Consiglio sia male interpretato in questo progetto. Solo il politico che abbia molto da temere dall’immediato e rapidissimo svolgimento del processo può essere interessato a far valere quello che qui è chiamato “legittimo impedimento” (ma in questo caso – se davvero il politico in questione paventa di essere riconosciuto colpevole ‑ allora dovrebbe riconoscersi la prevalenza dell’interesse dell’opinione pubblica a che sia fatta al più presto piena luce sui fatti controversi). Invece, il politico innocente non può che preferire una soluzione che gli garantisca di arrivare alla sentenza nel tempo più breve possibile.
Per questo raccomandiamo anche ai colleghi senatori che più hanno a cuore il buon nome del Presidente del Consiglio l’approvazione di questo emendamento per l’istituzione del “processo brevissimo per i politici”.

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