OGGI, LA SICUREZZA DEL LAVORATORE NON PUO’ ESSERE GARANTITA DALL’INGESSATURA DEL RAPPORTO, MA DAL SOSTEGNO OFFERTOGLI NEL MERCATO DEL LAVORO – PERCHE’ QUESTA SCELTA E’ PROPONIBILE ANCHE NEL MEZZOGIORNO, DOVE I TASSI DI DISOCCUPAZIONE SONO MOLTO ALTI
Intervista a cura di Vasco Pirri pubblicata sul Giornale di Sicilia il 26 febbraio 2010
Alcuni giorni or sono il ministro dell’Innovazione, Renato Brunetta, ospite di “Porta a Porta”, ha parlato dell’utilità di cambiare l’articolo 18 che ha troppe garanzie per i padri e troppo poche per i giovani. Ne parliamo con il giuslavorista, senatore del PD ed editorialista del Corriere della Sera, Pietro Ichino. Senatore Ichino, è vero come dice Brunetta che l’art. 18 ‘ipergarantisce’ i padri e non i figli?
Sostanzialmente sì. Gli studenti a cui insegniamo il nostro diritto del lavoro, vecchio di quarant’anni ma pur sempre formalmente in vigore, protestano che questo diritto lo vedono soltanto nei libri. Nel mercato del lavoro ciò che viene loro offerto è, per lo più, tutt’altro. Il ministro Brunetta dovrebbe però anche dire con precisione che cosa propone per superare questo regime di vero e proprio apartheid che penalizza i giovani nel nostro mercato del lavoro.
Sostanzialmente sì. Gli studenti a cui insegniamo il nostro diritto del lavoro, vecchio di quarant’anni ma pur sempre formalmente in vigore, protestano che questo diritto lo vedono soltanto nei libri. Nel mercato del lavoro ciò che viene loro offerto è, per lo più, tutt’altro. Il ministro Brunetta dovrebbe però anche dire con precisione che cosa propone per superare questo regime di vero e proprio apartheid che penalizza i giovani nel nostro mercato del lavoro.