SICUREZZA DEL LAVORO: LA RESA SILENZIOSA DEL MINISTERO

L’indispensabile riorganizzazione unitaria del servizio ispettivo per la prevenzione anti-infortunistica, prevista dal Jobs Act, invece di essere attuata, è stata cancellata alla chetichella  con una norma nascosta in un decreto-legge contenente “disposizioni urgenti per l’attuazione del PNRR”

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Articolo pubblicato sul
Corriere della Sera il 25 ottobre 2024 – In argomento v. anche, su questo sito, il mio intervento del 7 maggio scorso Sulla strage di operai nel sottosuolo di Palermo

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Come ieri, dopo le due morti a Bologna, e oggi dopo le altre due sull’Autostrada del Sole, a ogni infortunio grave sul lavoro i media condannano, i sindacati protestano, le autorità promettono giri di vite nella disciplina anti-infortunistica e rafforzamento delle attività ispettive. Ma nessuno dice che il primo passo per questo rafforzamento sarebbe costituito dalla riorganizzazione unitaria degli ispettori del lavoro, attualmente ripartiti in quattro organici distinti e tra loro scollegati: quello del ministero, quello dell’Inps, quello dell’Inail e quello delle Aziende sanitarie locali. L’unificazione e riorganizzazione almeno dei primi tre in una struttura denominata Ispettorato Nazionale del Lavoro erano previste da uno dei decreti attuativi del Jobs Act, il n. 149 del 2015; e sarebbero state indispensabili per ridare autorevolezza all’attività ispettiva, recuperando un’efficacia che non si misura sul numero delle ispezioni, concentrando la presenza degli ispettori là dove oggi essa è davvero indispensabile. Senonché a nove anni di distanza quella norma di legge non è mai stata attuata: hanno prevalso le resistenze interne degli apparati a ogni cambiamento organizzativo; e i tre corpi amministrativi sono rimasti separati sia sul piano istituzionale sia su quello operativo.

Subito dopo la strage del 16 febbraio scorso in un cantiere di Firenze, nel decreto-legge n. 19 è stato aggiunto un articolo 31 contenente norme per “L’efficientamento dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro”. Finalmente, pur con nove anni di ritardo, viene attuata la norma del 2015 per una radicale riorganizzazione e il necessario potenziamento del lavoro degli ispettori? No: la norma prevede solo uno stanziamento di 20 milioni per “misure di efficientamento” non precisate, la cui determinazione viene affidata al ministero del Lavoro. Ma la beffa sta nel comma 12 – l’ultimo, accuratamente nascosto in fondo all’articolo – che prevede… il “ripristino dei ruoli ispettivi dell’Inps e dell’Inail” come ruoli a sé stanti, cioè l’abrogazione di quanto disposto per l’unificazione dei ruoli stessi e la riorganizzazione unitaria del servizio dal decreto legislativo del 2015.

La nuova norma, beninteso, non porta alcun mutamento organizzativo reale: all’indomani della strage di Firenze, essa interviene soltanto a sancire il successo finale della resistenza sorda degli apparati a quanto era stato disposto dalla legge nove anni prima. Con buona pace dei morti, dei loro familiari e dell’opinione pubblica alla quale era stata promessa una misura di rafforzamento della prevenzione antinfortunistica.

E i confederazioni sindacali maggiori? Silenzio. Non c’è di che stupirsi: sono le loro organizzazioni di settore le prime a essersi opposte, con successo, all’unificazione e riorganizzazione del servizio ispettivo prevista nel 2015.

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