IN DIFESA DEL REBUS IBRIDO

L’Autore, noto rebussista e figlio d’arte, spezza una lancia in favore non solo dell’ammissibilità, che è ovvia, ma anche del valore talvolta notevole di giochi caratterizzati da una pluralità di chiavi tra loro slegate (che vengono generalmente scartati dalle riviste rivolte al pubblico degli specialisti)

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Articolo di Luca Fiocchi Nicolai (in arte
Lucignolo) 25 ottobre 2024 – Tutti i post sulla stessa materia pubblicati su questo sito sono reperibili nella sezione Rebus  .

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A) Rebus  (7  5  7  8)  –  Un “ibrido” pubblicato da Lucignolo sul numero del 17 ottobre 2024 della Settimana Enigmistica, cui va il nostro ringraziamento per l’autorizzazione a riprodurre questo e il terzo gioco che compare a corredo dell’articolo

Un’era geologica pare trascorsa da quando il rebus si accontentava di racchiudere le figure nel rigo di scrittura al periodo della sua rivoluzione estetica che portò, dopo una fase di evoluzione delle sue forme, alla struttura attuale di gioco nel quale è la parte visiva a dominare come quadro in cui poche lettere di contrassegno stanno lì a ricordarci che vi è racchiuso un testo da riportare in vita.

 Ai cambiamenti nella struttura si puo far corrispondere l’inversione di peso specifico delle frasi rispettivamente di prima e seconda lettura; se ai primordi la frase risolutiva era tutto e le chiavi servivano solo a formarla alla men peggio, in seguito, grazie anche al contributo decisivo dell’arte di Brighenti, in arte Briga, e di sua moglie disegnatrice, La Brighella, pur nel rispetto assoluto dell’esigenza di produrre frasi finali di tutto decoro, l’attenzione degli autori all’ideazione di chiavi sempre più originali ha preso il sopravvento a tal punto che è sorto il problema opposto, quello appunto di garantire comunque, pur in questo quadro, la plausibilità della seconda lettura, messa a rischio dalla non sempre ben arginata e disciplinata vena creativa in fatto di chiavi.  Briga propose a memento il famoso triangolo, stella polare che avrebbe dovuto orientare l’ispirazione dei rebussisti.

B) Un altro esempio di rebus “ibrido”, recentemente creato per la mostra “Complottismo, fake news e altre trappole mentali”, nell’ambito del Museo della Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, disegnato da Laura Neri

 Si è assistito nel contempo a un’ulteriore raffinamento del gioco nei suoi cultori, ai quali a un certo momento non è più bastato comporre in buona parte rebus dalle scene eterogenee formate da chiavi in nessuna relazione tra loro, i cosiddetti rebus ibridi (dal nome poco lusinghiero); è prevalsa l’opinione che la pregevolezza di un rebus passi di necessità per la composizione di frasi di prima lettura a chiave unica, che verbalizzino scene coerenti ove ogni figura partecipa in un modo o nell’altro alla situazione rappresentata.

 La netta distinzione teorizzata tra i rebus delle riviste “popolari” e quelli delle riviste di “classica” è stata resa operativa dall’esclusione totale da queste ultime dei rebus di cui sopra, che ne ha sancito l’inferiorità rispetto agli altri.

 Ora, non è chi non ammetta che sulle riviste che escono in edicola vengono sovente pubblicati rebus ibridi di assoluto valore estetico, con chiavi originalissime e ingegnose, ben inserite nel contesto iconico mercé l’abilità del disegnatore che si esalta nel compito di creare quadretti gradevoli nei quali pare che i soggetti raffigurati contribuiscano all’armonia dell’insieme, e coronati, i rebus, da frasi finali gustose ed eleganti.

C) Un esempio di rebus a chiave unica

Mi sono sempre chiesto il perché di questa esclusione da parte delle riviste per abbonati. Non so rispondere, per l’ignoranza che ho della storia di queste riviste, ma so per certo che al futuro del rebus nelle sue espressioni più alte il rebus ibrido, come il rebus a chiave unica, è assolutamente necessario. Quante volte mi è capitato di mettere a confronto esempi istruttivi dei primi e dei secondi, e di dover ammettere che certi rebus ibridi o misti, dalle tante chiavi, valevano mille volte di più di gran parte di quelli del genere “più elevato”, apprezzati, magari in assenza di cesura (che Musetti giustamente considerava alla base di ogni composizione), solo per essere dotati di una frase di prima lettura narrativamente unitaria.

Anzi, dirò di più, per la maggiore difficoltà di approntare sceneggiature sensate e non troppo surreali il ruolo del disegnatore diviene, in tale genere di rebus, assai importante, al limite dell’illusionismo. Del resto, se si afferma in ogni contesto di discussione che la frase finale deve conservare un rilievo e importanza imprescindibili, il rebus ibrido ci ricorda, proprio colla sua eterogeneità vera o apparente, che le chiavi sono al servizio in ultima analisi di una bella e istruttiva frase risolutiva, la sola poi che di solito viene citata e ricordata, e non al contrario le primedonne che esigono la totale, gelosa (e golosa) attenzione degli appassionati di questo variegato e magnifico gioco.

 Lucignolo

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Soluzioni dei giochi ospitati in questa pagina:

A) stan cardando E; vasi veri S; P oste = Stancar dando evasive risposte

B) in formazione con T A; minata è S; corre TTA = Informazione contaminata e scorretta

C) fra sette zucche rose = frasette zuccherose

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