UNIRE L’APPRENDIMENTO CON IL DIVERTIMENTO: IL REBUS SUI BANCHI DI SCUOLA

Un gioco che “permette di entrare dentro la ‘caverna’ del dizionario senza dimenticare la storia, il divenire di una lingua nei suoi dettagli logici che richiedono ragionamento e danno un grande arricchimento”

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Recensione di Felice Paniconi (in arte
Cirillo), pubblicata sul numero 3/2024 della rivista Leonardo organo dell’Associazione Rebussistica Italiana), del libro Il rebus nella didattica dell’italiano Giochi linguistici per arricchire il lessico  .

Quando sono stato trascinato dalla moglie ai convegni e alle “feste enigmistiche” avevo una strana idea, immaginavo “dilettanti allo sbaraglio”, vecchietti che per ingannare il tempo si mettevano in croce con le parole, ma poi, conoscendoli, mi sono dovuto ricredere, felicemente ricredere. Ho incontrato persone speciali e geniali con una grandissima cultura unita all’umiltà e al desiderio non solo di creare rebus ma anche di voler insegnare i segreti di questa particolare e antica arte. I rebussisti sono logici, matematici, fisici, giocherelloni e soprattutto esperti in italianistica e nelle regole dei giochi. Non esistono giochi senza regole e i giochi sono la cosa più seria del mondo. Subito mi sono imbattuto in una chiave, la chiave del “tu”, di persone semplici, capaci di creare fantastici rebus ma nello stesso tempo persone ricche di umanità. Potrei fare tantissimi nomi, nomi ormai di amici, ma qui devo parlare di Pietro Ichino e del suo ultimo libro, un bellissimo manuale: I rebus nella didattica dell’italiano – Giochi linguistici per arricchire il lessico, Firenze, Giunti Edu, 2024.

Sulla didattica dell’italiano o sull’insegnamento in genere sono usciti un’infinità di studi e metodi, esiste uno stretto, strettissimo rapporto tra gioco e scuola e la formula migliore è imparare giocando, usando la fantasia e la creatività, senza dimenticare mai che la parola greca skolé, vuol dire tempo libero, tempo dedicato ai piaceri della mente.

Ultimamente è stato sicuramente Gianni Rodari con la sua Grammatica della fantasia a scardinare le regole della durezza della scuola, intesa come luogo di promozione umana e non di selezione, senza dimenticare Umberto Eco o I draghi logopei di Ersilia Zamponi che intendeva insegnare l’italiano con i giochi di parole. Per Pietro Ichino l’incontro fondamentale è con don Lorenzo Milani e la famosa “Scuola di Barbiana”, capace di fargli cambiare strada e lavoro oltre a mostrare l’importanza della scuola come unico mezzo contro le disuguaglianze e le ingiustizie sociali. Camminando a fianco di don Milani “Pierino” ha capito fin da subito l’importanza di “fare scuola”, di comunicare, ben sapendo che la storia e le vicende di un popolo sono nella lingua, nel lessico e nelle sue infinite possibilità. Non avere nessun metodo, per don Lorenzo Milani era il metodo migliore cercando però di capire chi si aveva davanti e poi basandosi sulla creatività, sulla fantasia e sull’importanza di valorizzare sempre gli alunni, meritevoli o no.

Già nel 2021, Ichino, aveva pubblicato Una guida al mondo dei rebus per solutori (ancora) poco abili, dal bellissimo titolo, preso dalla soluzione di uno dei rebus più belli che siano mai stati pubblicati: L’ora desiata vola. Un verso perfetto, formato da due sillabe all’inizio e alla fine e al centro l’aggettivo desiata, da desìo, desiderio o disiderio, termine che entra nella lingua italiana nel XIII secolo con Giacomo da Lentini: Amor è un[o] desio che ven da core e poi da Dante con il suo desiato riso. Una frase o un verso quello di Ichino che sembra dire al lettore, o al solutore, quanto sia breve la vita e soprattutto il disio, il desiderio, il piacere profondo che il tempo porta via.

Pietro Ichino con questo manuale capace di rendere accessibili e comprensibili i rebus ai piccoli e in modo particolare agli alunni della scuola elementare ha inteso riprendere e approfondire l’insegnamento di don Milani, portando il rebus sui banchi di scuola, unendo apprendimento e gioco, un gioco che permette di entrare dentro la caverna del dizionario senza dimenticare la “storia”, il divenire di una lingua nei suoi “dettagli logici” che richiedono ragionamento e danno un grande arricchimento. L’autore intende con questo libro, come ben precisa nell’introduzione: “mostrare come il rebus sia anche il gioco che offre la più ampia gamma di possibili usi didattici nell’ambito dell’insegnamento dell’italiano a partire da quello più elementare, consistente nell’acquisizione del significato di parole poco usuali o delle sfumature di significato di certi aggettivi o avverbi”.

Un manuale ben articolato per permettere agli alunni di conoscere e familiarizzare con il mondo dei rebus, e in seguito grazie al word book operativo, “la cassetta degli attrezzi” di “giocare con le parole, lavorare sui sinonimi e sui bisensi, imparare parole nuove fino a giocare con nozioni disciplinari collegate alla storia, alle scienze e alla geografia”. Un manuale che si avvale anche delle particolari abilità della disegnatrice dei rebus: Laura Neri, capace di dare vita e piacevolezza ai disegni.

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