IL PROGETTO SEMPLIFICAZIONE E FLEXSECURITY CAMMINA: UN CONVEGNO E UN DIBATTITO A DISTANZA, TRA DIRITTO ED ECONOMIA
1. – Nel convegno alla “Sapienza” di Roma interventi favorevoli al progetto del nuovo Codice del Lavoro dei giuslavoristi Edoardo Ghera, Franco Liso, Arturo Maresca, Antonio Martone e Giuseppe Santoro Passarelli; contraria Donata Gottardi;
2. – Luigi Mariucci, giuslavorista, condivide l’obiettivo della semplificazione, ma non il metodo politico seguito; e, nel merito, disapprova sia la definizione del “lavoro dipendente” (art. 2094), sia la nuova disciplina dei licenziamenti (artt. 2118-2120); segue la mia risposta su ciascun punto;
3. – Guglielmo Forges Davanzati, economista, denuncia il rischio di effetti indesiderati di un regime di flexsecurity fondato su di un aumento della spesa pubblica; gli replico che il progetto contenuto nei ddl n. 1481 e n. 1873/2000 non prevede alcun aumento apprezzabile della spesa pubblica.
IL CONVEGNO DI LUCCA E LA NASCITA DELLA FONDAZIONE GIUSEPPE PERA
Venerdì a Lucca, nel corso di un intenso e affollato convegno dell’Associazione Italiana Giuslavoristi, ho annunciato la nascita della Fondazione Giuseppe Pera, che promuoverà gli studi di diritto del lavoro e relazioni industriali e darà vita a una rete internazionale di studio e ricerca comparatistica e interdisciplinare su questi temi. Nello stesso convegno ho svolto una comunicazione sulla disciplina lavoristica degli appalti nel nuovo Codice del Lavoro contenuto nel d.d.l. n. 1873/2009.
LA PROPOSTA DEL GOVERNO PER LA COMMISSIONE CENTRALE CHE DOVRA’ GARANTIRE TRASPARENZA E VALUTAZIONE DELLE AMMINISTRAZIONI
Luciano Hinna (economista, Università di Tor Vergata, Roma), Antonio Martone (magistrato di Cassazione, già Presidente della Commissione di Garanzia per lo sciopero nei servizi pubblici), Pietro Micheli (Università di Cranfield), Filippo Patroni Griffi (oggi Segretario generale dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali) e Luisa Torchia (amministrativista, Università di Roma Tre): si profila una Commissione ben dotata delle competenze necessarie; quindi autorevole. Ora le designazioni devono essere approvate con due terzi dei voti dalle Commissioni parlamentari competenti.