Il Pd pone al centro della propria strategia il ruolo delle strutture pubbliche, ma si oppone a ciò che sarebbe necessario per renderle efficienti
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Fondo pubblicato l’8 aprile 2023 sulla Gazzetta di Parma – In argomento v. anche Il telefono dell’ente pubblico
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Dopo essersi vista domenica scorsa addirittura doppiata dalla destra nelle elezioni del Friuli, la sinistra italiana si interroga sulle cause della propria crisi e sui modi per uscirne. Abbiamo un suggerimento da darle.
Essa difende il ruolo delle strutture pubbliche sul presupposto che solo queste siano al servizio del bene comune. Però non si cura della loro efficienza e produttività. Nella nuova Segreteria del Pd annunciata ieri da Elli Schlein non c’è una persona dedicata specificamente alla riforma delle amministrazioni (*).
Il problema è che qualsiasi programma serio in questo campo deve prevedere la responsabilizzazione della dirigenza pubblica in relazione a obiettivi precisi e misurabili; ma per questo occorre che la dirigenza si riappropri delle prerogative manageriali necessarie per responsabilizzare a sua volta le strutture che da essa dipendono. Ora, i sindacati del settore pubblico non gradiscono per niente un siffatto programma. La sinistra è disposta a fare a meno del loro consenso?
La vicenda dei ritardi nell’attuazione del PNRR ha messo in evidenza le inefficienze delle amministrazioni italiane. Non solo nell’adempiere i nuovi compiti affidati loro, soprattutto al sud, ma anche nell’ingaggiare il personale necessario. Gli enti locali, soprattutto al nord, non solo non riescono ad assumere, ma addirittura fanno registrare un calo degli organici cui non sanno reagire. È naturale: sappiamo bene che gli stessi 1.300 euro al mese sufficienti per vivere decentemente in Calabria non lo consentono a Milano o a Parma. Ma è da sinistra che viene il veto a qualsiasi collegamento dei livelli retributivi al livello regionale o locale del costo della vita.
Non è, comunque, solo un problema di quantità: il problema è anche di qualità del personale. I più bravi non vanno a lavorare volentieri nel pubblico, perché lì il merito viene poco valorizzato. Lì vale la regola di uno scambio al ribasso: “ti pago poco e ti chiedo poco”.
Forse, per tornare a crescere, la sinistra italiana deve superare questa contraddizione: essa non può essere al contempo la paladina del settore pubblico e la paladina del sistema attuale di gestione del personale nel settore pubblico.
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(*) Nella nuova Segreteria la materia delle amministrazioni pubbliche è stata assegnata a Stefania Bonaldi insieme a quella delle libere professioni e a quella dell’innovazione tecnologica.