Si calcola che nella lingua italiana le coppie, terne o quaterne di parole che hanno più significati, corrispondenti a origini etimologiche nettamente diverse, siano intorno alle 5.000, per un totale di circa 12.000 significati: di esse si nutre abbondantemente il nostro gioco
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Diciottesima lezione del corso che viene pubblicato ogni due domeniche sulla Gazzetta di Parma, 6 novembre 2022 – V. anche la diciassettesima lezione, dalla quale è possibile risalire a ciascuna delle precedenti
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Nella sedicesima lezione ci siamo imbattuti in due casi di coppie di parole – una era quella di “affettati” e l’altra quella di “granata” – che sono scritte allo stesso modo ma hanno due diversi significati, cui corrispondono origini etimologiche completamente diverse. Non ho mai capito perché, ma è un fatto che i linguisti le chiamano “omonimi”, mentre gli enigmisti le chiamano “bisensi”.
In quei due casi l’accento è collocato sulla stessa sillaba, indipendentemente dal significato che la parola assume; lo stesso accade in molti altri casi, come “amare”, “danno”, “insegna”, “riprovare”, “saliva”. In altri casi il significato cambia a seconda che una vocale sia pronunciata chiusa o aperta, come nel caso della coppia “bòtte/bótte”, “sétte/sètte”; oppure con lo spostarsi dell’accento da una vocale a un’altra: per esempio “àmbito/ambìto”, “lèttone/lettóne”, “calamita/calamità”, “elèttrici/elettrìci”, “ìndice/indìce”, “lèggere/leggère”, “perdóno/pèrdono”, “rùbino/rubìno”, “tènere/tenére”, “violìno/vìolino”. Ci sono anche parole che hanno tre significati diversi, come “rombo” e “tasso”; e persino quattro, come quella che abbiamo incontrato nella sedicesima lezione: “granata”. Si calcola che nella lingua italiana queste coppie, terne o quaterne di parole plurisenso siano intorno alle 5.000, per un totale di circa 12.000 significati.
Nel gioco del rebus queste coppie di parole assumono una notevole importanza, perché forniscono materiale testuale suscettibile di comparire sia in prima lettura sia nella soluzione senza la necessità della cesura, cioè senza che la parola debba essere spezzata in due. Il solutore esperto conosce bene i bisensi che compaiono più spesso nei rebus: quando vede disegnata un’“ancora” immagina subito che nella soluzione essa possa trasformarsi nell’avverbio “ancóra”. Vediamo ora un gioco del grande Zanzibar (Piero Bartezzaghi), tratto dall’antologia a lui dedicata comparsa recentemente sul sito www.rebussisti.it e che dobbiamo alla gentile concessione della Settimana Enigmistica. Qui compaiono addirittura due bisensi, i quali bastano da soli a formare la frase risolutiva, senza bisogno dell’aggiunta di alcun grafema.
Rebus stereoscopico (8 5)
Il rebus è stereoscopico: la chiave principale deve essere dunque un verbo, coniugato a un tempo passato o futuro. L’asterisco è nella seconda immagine: il verbo è dunque coniugato a un tempo passato. Il pescivendolo ha appena venduto del pesce alla cliente: dunque “vendeva”, “ha venduto”, oppure “vendette”. La sola forma verbale che sia un bisenso è la terza, di 8 lettere come la prima parola della soluzione. Che cosa, dunque, “vendette” il nostro pescivendolo? Deve trattarsi evidentemente di un pesce il cui nome sia di 5 lettere come la seconda parola della soluzione, e sia un altro bisenso. L’unico pesce che risponda a questi requisiti è la sarda: Vendette sarde.
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La stessa sorprendente metamorfosi testuale di due bisensi si verifica in quest’altro rebus, di uno dei maggiori rebussisti viventi, Atlante, (Massimo Malaguti), anch’esso qui riprodotto per gentile concessione della Settimana Enigmistica.
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Nella decima lezione abbiamo appreso che, quando nell’immagine compaiono un certo numero di oggetti o soggetti tra loro del tutto simili, la chiave è probabilmente costituita dal corrispondente aggettivo numerale, accompagnato o no dal sostantivo. Contiamo dunque i contenitori che compaiono qui: sono “vénti”, parola bisenso di 5 lettere come la prima della soluzione. E i contenitori sono “secchi”, un’altra parola bisenso, questa volta di 6 lettere come la seconda della soluzione. Così abbiamo risolto il rebus: vènti secchi.
(www.pietroichino.it – La prossima leione sarà pubblicata domenica 20 novembre 2022)
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