È ammissibile che la chiave per la soluzione di un rebus sia la frase tra virgolette (discorso diretto) pronunciata da una persona ivi raffigurata, contenente un grafema del rebus stesso? Ovvero: può il grafema non essere soltanto oggetto di una sovrapposizione rispetto alla chiave, ma parte della chiave medesima?
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Tredicesima lezione del corso che viene pubblicato ogni due domeniche sulla Gazzetta di Parma, 28 agosto 2022 – V. anche la dodicesima lezione, dalla quale è possibile risalire a ciascuna delle precedenti
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La nuova tappa del nostro corso propone un altro gioco (disegnato anche questo da Laura Neri) nel quale, come nei due precedenti, la “chiave” principale per la soluzione è costituita dall’azione che un soggetto compie. E anche qui, trattandosi di un rebus difficile, la soluzione è facilitata dall’indicazione della scansione della prima lettura, che precede quella della soluzione. Qui le virgolette stanno a indicare che la prima parte della frase è costituita da una proposizione di quattro parole pronunciata da uno dei soggetti raffigurati, e il punto di domanda ci dice che si tratta di una frase interrogativa. Per altro verso, l’atteggiamento perplesso della ragazza individuata dal grafema RA e il movimento della sua mano destra ci dicono che è proprio lei a pronunciare queste parole. Tra le quali compare sicuramente, in seconda o in quarta posizione, la C che individua il sub, mentre – per una regola ferrea che ormai ben conosciamo – le lettere RA che individuano la ragazza devono comparire dopo, perché nell’immagine sono più a destra: esse costituiscono dunque necessariamente l’elemento che compare per ultimo nella prima lettura, preceduto da un verbo di 4 lettere.
L’atteggiamento della ragazza RA, con tutta evidenza quella che pronuncia la frase, mostra che lei si interroga su chi sia il giovanotto che la ha salutata; dunque: “Ma C chi è?”.
Sappiamo poi che le ultime due lettere non possono che essere RA; resta pertanto da trovare il verbo di quattro lettere indicante l’azione da lei compiuta. Poiché esso viene subito dopo una frase tra virgolette, non fatichiamo a trovarlo: “dice”.
Dunque: “Ma C chi è?” dice RA = Macchie di cera.
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A seguito della prima pubblicazione di questo gioco, nell’agosto 2021, Luca Fiocchi Nicolai – in arte Lucignolo – ha sollevato un’obiezione tecnica: C è un grafema, dunque appartiene al mondo dell’autore e del solutore del gioco, ma non al mondo immaginario ivi rappresentato; è dunque logicamente scorretto che la protagonista, nel mondo immaginario, lo usi per indicare il sub.
Ne è nato un dibattito, nel corso del quale sono stati citati diversi rebus dove il grafema compare nel dialogo tra due persone ivi raffigurate: uno addirittura premiato in un concorso del 2018. Da gran signore qual egli è, lo stesso Luca Fiocchi Nicolai ha citato nel dibattito un proprio rebus, pubblicato dalla Settimana Enigmistica (che ringraziamo dell’autorizzazione a riproporlo), nel quale pure questa sorta di anomalia si presenta.
LL sta illustrando il contenuto delle immagini appese al muro, nelle quali sono rappresentate alcune scene dell’opera verdiana Aida. La scansione della prima lettura, della quale anche qui disponiamo, ci dice che la soluzione si apre con una frase tra virgolette, sicuramente pronunciata dallo stesso LL. Nella prima immagine i cuoricini non lasciano dubbi sull’azione compiuta da F Radames verso S Aida: “F amò S”. Nella seconda immagine lo stesso Radames sale le scale A: “A salì”. Nella terza immagine è ancora Radames a compiere l’azione: adorò R. Dunque: “F amò S, A salì e R adorò = Famosa saliera d’oro”.
Passiamo ora all’immagine-contenitore, che racconta l’azione compiuta al presente: qui vediamo l’oratore LL, impegnato a illustrare le tre raffigurazioni con tanto di bacchetta in mano, e una I apparentemente librata nell’aria in alto a destra. Dalla settima lezione sappiamo che i grafemi vaganti nell’ambiente come questo, non riferiti ad alcun oggetto, indicano lo spazio in cui un’azione si compie. E ancora una volta la scansione della prima lettura, che ci è fornita nel diagramma, chiarisce che c’è ormai spazio soltanto per il verbo e i due grafemi: “dice LL in I”. Dunque:
“F amò S, A salì e R adorò” dice LL in I → Famosa saliera d’oro di Cellini.
E così di nuovo il grafema esce dal mondo reale per entrare in quello immaginato.
(www.pietroichino.it – La prossima lezione sarà pubblicata domenica 11 settembre 2022)