Uno dei motivi di fascino del rebus è talvolta il carattere surreale dell’immagine: soprattutto quando per rappresentare una “chiave” vengono raffigurate situazioni in cui il fantastico assume un carattere schiettamente umoristico
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Undicesima lezione del corso che viene pubblicato bisettimanalmente dalla Gazzetta di Parma, 31 luglio 2022 – V. anche la decima lezione, dalla quale è possibile risalire a ciascuna delle precedenti
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Uno dei motivi di fascino dei rebus è talvolta il carattere surreale dell’immagine: quando per rappresentare una “chiave” occorra raffigurare situazioni che possono verificarsi soltanto nel mondo dei sogni. Un vertice ineguagliato di surrealismo è raggiunto, per esempio, da Picar, ovvero Pietro Carraturo, in questo gioco, pubblicato nel 1986 dalla Settimana Enigmistica (che ringraziamo dell’autorizzazione a riproporlo):
(5 6 4 3 6 = 2 11 11)
Una ragazza dagli occhi fortemente convergenti, dunque tecnicamente “losca”, si avvale di un lazzo per prendere un librone collocato su un tavolo: losca piglia tomo nel laccio, da cui meravigliosamente, senza l’aggiunta di un solo grafema, lo scapigliato monellaccio. Un altro vertice di comica improbabilità è raggiunto nel rebus – che non riusciamo a riproporre qui per ragioni di spazio – in cui compare il dio Siva in mezzo ai rahjaputi MA, V e R, cui il medico OS cura una ferita su uno dei molti bracci (OS cura tra MA e V e R Siva = Oscura trama eversiva). Rientra in questa categoria anche il rebus che costituisce la testata del nuovo sito dell’Associazione Rebussistica Italiana (www.rebussisti.it), e che abbiamo visto nella quinta puntata di questo corso, nel quale si vede un re con tanto di mantello e corona che viaggia su di un autobus cittadino ed è in attesa, sulla porta, della propria fermata; come quello, incontrato nella sesta puntata, del conte e del duca con tanto di corona nobiliare in testa che sostano chiacchierando sulla pubblica via dove due nonne portano a spasso i nipotini; e ancor più quello nel quale compaiono un re e un prete, che dopo aver seminato del riso in un campo si mettono a corteggiare due ave munite di bottiglie di vino.
Ora lo stesso sito dell’Associazione Rebussistica Italiana ci segnala come “rebus del mese” di luglio questo stereorebus di Bardo (Alfredo Baroni, che è anche il responsabile della sezione rebus della Settimana Enigmistica, dove il suo gioco è stato pubblicato a metà luglio), nel quale il surreale nasce dal fiabesco per approdare alla pura comicità.
(6 9)
I due protagonisti di una fiaba dei fratelli Grim – la principessa e il rospo – si sdoppiano in due e più principesse, tutte col rispettivo rospo appena estratto dalle acque limacciose dello stagno, tutte di fronte alla evidente necessità di lavarlo per poter procedere al fatidico bacio e in fila per soddisfare questa necessità igienica avvalendosi di una robusta lavandaia. Donde la frase
lavò rospo RA di [principessa] C [lavandaia] O = Lavoro sporadico
Un tocco di impagabile umorismo è aggiunto – per merito del bravo disegnatore ABC, Andrea Bianchi Carnevale – dall’aria sbalordita con cui il principe-rospo RA esce dall’abluzione, apparentemente ignaro della metamorfosi che lo attende per effetto del bacio al quale la principessa C sta chiaramente preparandosi.
(La prossima lezione sarà pubblicata domenica 14 agosto 2022)
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