Il lemma comparso in prima lettura non può comparire anche nella soluzione… a meno che sia costruito con materiali testuali completamente diversi: qui un esempio di questo caso particolare
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Nona lezione del corso che viene pubblicato bisettimanalmente dalla Gazzetta di Parma, 3 luglio 2022 – V. anche la ottava lezione, dalla quale è possibile risalire a ciascuna delle precedenti
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Al mio invito a cimentarsi da soli nella soluzione del rebus non facile, col quale si chiudeva l’ultima puntata di questo corso, hanno risposto inviando la soluzione sette lettori, che ringrazio.
Nell’immagine compaiono due megere che si stanno abbuffando con le bruschette E servite loro su un tagliere, difendendole dallo sguardo desideroso di un ragazzino; accanto a loro l’oste G condisce le stesse bruschette con olio. Donde la soluzione: d’avide E G olia = Davide e Golia.
In questo, come nell’altro gioco presentato nell’ultima puntata, la chiave era costituita da un’azione. E abbiamo visto che, quando questa è rappresentata da un verbo coniugato a un tempo passato o futuro, le immagini sono più d’una, come i fotogrammi di un film, e il rebus è qualificato come “stereoscopico”. Vediamo ora un altro rebus di questo genere, che si caratterizza per un ulteriore aspetto singolare.
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Conosciamo bene la regola fondamentale per cui una parola che compare in prima lettura non può comparire anche nella soluzione, né può comparirne una che abbia la medesima radice lessicale e semantica. Non è, tuttavia, vietato che nella soluzione compaia una parola appartenente anche alla prima lettura, quando essa sia costruita mediante una o più chiavi diverse. È quanto accade in questo stereorebus, disegnato come i due precedenti da Laura Neri.
Nella prima immagine si vede un uomo molto avanti con gli anni, che lavora per il riordino di una biblioteca; nella seconda immagine lo stesso – qui contrassegnato con R – siede compiaciuto nella biblioteca riordinata, guardando tre ragazze: A, I ed E; una delle ragazze gli si rivolge ringraziandolo e chiamandolo “nonno”. Poiché questa parola compare scritta nell’immagine è escluso che essa possa comparire in prima lettura, e tanto meno nella soluzione. Sappiamo invece che nel linguaggio dei rebus le persone vecchie accompagnate da nipoti sono per lo più “avi”.
Poiché i grafemi sono collocati nella seconda immagine, il solutore deve guardare all’azione compiuta da R come già svolta: sarà dunque espressa da una voce verbale coniugata a un tempo passato.
Dalla scansione della prima lettura (cioè dai numeri collocati a sinistra del segno di uguale) apprendiamo che la prima parola è costituita da una sola lettera apostrofata: con tutta probabilità l’articolo determinativo “l’…”, seguito da una parola di 3 lettere: viene molto bene collocare qui la chiave “avo”. Dunque: “L’avo R…”. E poiché la prima parola della soluzione è di 6 lettere, a questo punto sappiamo che essa può essere soltanto “lavoro” o “lavora”.
Il problema è dunque ora individuare l’azione che “l’ avo R” ha compiuto. Scartati “riordinare” e “risistemare”, poi i più generici “lavorare”, “faticare”, “sgobbare”, ci resta solo il verbo “operare” e in particolare il suo passato remoto: “L’avo R operò”.
Il seguito è abbastanza facile. In prima lettura la quarta parola è di 3 lettere, seguita da tre di 1 lettera, che sono sicuramente i grafemi indicanti ciascuna delle tre ragazze. Considerata la scena rappresentata nella seconda immagine, possiamo tentare con “per”: “L’avo R operò per A I E… = Lavoro per operai e…”.
L’ultima parola della soluzione, di 8 lettere, va invece trovata cercando un sostantivo o aggettivo che si attagli a ciò che stanno facendo le tre ragazze. Esse leggono, dunque sono “lettrici”; donde, giocando sulle cesure tra le parole, la soluzione:
L’avo R operò per A I E lettrici = Lavoro per operai elettrici.
Come si vede, nella prima lettura compare la parola “operò”, che ha la stessa radice lessicale ed etimologica di “operai”, terza parola della soluzione; il divieto di ripetizione, tuttavia, qui non si applica, perché nella soluzione la parola “operai” è costruita con materiali testuali diversi, utilizzando soltanto la desinenza di “operò”, ma non la radice.
(La prossima puntata sarà pubblicata domenica 17 luglio 2022)