IL BRACCIO DI FERRO SULLO SMART WORKING
La disputa sindacale sul ritorno al lavoro da remoto per i dipendenti pubblici dovrebbe essere risolta sulla base della misurazione rigorosa dei suoi effetti: è online il mio editoriale telegrafico di oggi. Ancora in tema di smart working, mi propongo di mostrare analiticamente che il protocollo firmato il 7 dicembre da Governo e Parti sociali non contiene novità normative rilevanti, ma non è tuttavia inutile, nel mio saggio pubblicato sulla rivista Lavoro Diritti Europa.
IL RAGIONIER BRUNI E LA RETICENZA DEL FERROVIERE
Il Frecciarossa 9647 di sabato non è stato bloccato a Milano da uno sciopero, ma dall’imprevedibilità fino all’ultimo minuto di chi via avrebbe aderito. La vicenda mostra i danni insensati conseguenti all’interpretazione della legge secondo cui il singolo dipendente non ha un onere analogo a quello che grava sul sindacato, di preavvisare l’impresa della propria adesione all’agitazione. Leggi in anteprima l’articolo con cui racconto e commento la vicenda vera accaduta sabato scorso.
UNA NORMA PER FAR FUNZIONARE MEGLIO LA FORMAZIONE
Suggerisco un emendamento che non costa un euro (anzi: ne farebbe risparmiare molti) e avrebbe il merito di costringere le Regioni ad attuare l’anagrafe della formazione professionale e a finanziare soltanto i servizi di formazione e riqualificazione veramente efficaci: non è passato in questa legge finanziaria, ma può essere inserito in qualsiasi altro disegno di legge in materia di lavoro. È online, a disposizione di qualsiasi ministro o parlamentare che intenda avvalersene, il testo dell’emendamento.
LAVORO: MILANO INFERNO E PARADISO
Quando l’informazione fornita dai quotidiani bada più a “fare notizia” che al rigore e alla precisione nel fornire e commentare i dati su stock e flussi nel mercato della manodopera: è online anche su questo sito il n. 116 del bollettino Mercato del Lavoro News, organo della Fondazione Anna Kuliscioff, a cura di Claudio Negro.
APPRENDISTATO DEL REBUS – 11. QUANDO LA “CHIAVE” SI RIPETE
Accade che nella prima lettura una stessa parola (indicante un oggetto, un animale, una persona, una qualità, un’azione) compaia due, tre e persino quattro volte; in qualche caso la reiterazione è indicata da un avverbio. Se, poi, la parola è bisenso, può accadere anche che la si ritrovi di nuovo persino nella soluzione. È online la undicesima lezione del corso.