LA BREVE MA INTENSA VITA DI UN REBUSSISTA DI RAZZA: PAOLO OGHERI

A cento anni dalla nascita e cinquanta dalla morte, i figli ricordano uno dei maggiori enigmisti italiani, che molto ha contribuito alla crescita della cultura del rebus nel nostro Paese

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Note biografiche su Paolo Ogheri, in arte
Paolino, a cura dei figli Alberto, Giuliana e Claudia, nel centenario della nascita e nel cinquantennale della morte – A lui è dedicato il ricordo a firma Belfagor (Filippo De Vecchi) sul numero di Labirinto uscito nel febbraio 1971, subito dopo la sua morte; è online su questo sito anche una rassegna dei suoi rebus più belli e una tra le molte lettere che gli scrisse Giancarlo Brighenti, Briga, dalla redazione della Settimana Enigmistica, dell’ottobre 1962 – A Paolo Ogheri è dedicata la nona lezione del corso Apprendistato di rebus pubblicato quindicinalmente su questo sito .
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Paolo Ogheri, per i rebussisti Paolino (nella foto qui a sinistra), era nato il 30 marzo 1921 a Valeggio sul Mincio, ridente paese in provincia di Verona, da una famiglia di osti (osteria “Alla Borsa” che, successivamente ceduta, diventerà il rinomato ristorante “Alla Borsa”). Intraprese gli studi classici presso il liceo Vescovile di Verona, proseguiti alla facoltà di lettere classiche all’Università di Pavia e interrotti a causa dello scoppio della guerra.
Il suo grande interesse per le lettere è testimoniato dalla ricca biblioteca familiare che comprende in particolare un nutrito settore dedicato al teatro e una sezione relativa alla letteratura greca e latina, tra cui spicca una edizione delle “Georgiche” tradotta e autografata da Salvatore Quasimodo.
Amministrava l’azienda agricola di famiglia, prestandosi anche per servizi di interesse pubblico quali la presidenza della Biblioteca e del Patronato scolastico comunali, la vice-presidenza del Comitato di gestione dell’Ospedale.
Era anche un grande appassionato di musica. Agli inizi degli anni sessanta acquistò un giradischi stereofonico marca “Lesa” e, da quel momento, la casa fu inondata di musica: sinfonie di Beethoven, Schubert, concerti per piano di Rachmaninov, Tchaikovsky si alternavano a brani di Gino Paoli, Sergio Endrigo, Ornella Vanoni e altri. La cosa naturalmente fu contagiosa e la passione per la musica coinvolse tutta la famiglia.

Non è dato individuare un periodo definito per l’inizio della sua passione per l’enigmistica; probabilmente iniziò risolvendo giochi su comuni periodici acquistati in edicola. Il grande amore per” l’enigmistica classica” si era già manifestato, comunque, negli anni cinquanta: la nutrita corrispondenza epistolare con Briga lo testimonia. In quegli anni cominciarono a pervenire in casa numerose riviste di enigmistica classica (Labirinto, Penombra, Aenigma) e iniziò la sua collaborazione con La Settimana Enigmistica. Su questo periodico nel corso degli anni furono pubblicati oltre duecentocinquanta suoi rebus.

Oltre che autore di rebus e crittografie, fu abile e appassionato solutore, tanto da meritare coppe e medaglie in occasione dei Congressi annuali di enigmistica classica. Questi erano gli appuntamenti cui non mancava: ritrovarsi con amici appassionati provenienti da tutta Italia lo riempiva di gioia sincera.

In quelle occasioni approfondì l’amicizia con un gruppo di rebussisti di Milano: Giancarlo Brighenti (Briga) e la moglie (la Brighella), Gianni Corvi (Giaco), Mario Dalla Casa (Madalca). In particolare l’amicizia con Briga ha coinvolto anche le famiglie: ogni estate lui e la moglie, al ritorno dalla vacanza sulle Dolomiti, deviavano verso Valeggio per trascorrere una serena giornata con tutti gli Ogheri.

Ernesta Ogheri

Con i “milanesi”, inoltre, Paolino diede vita a una serie di convegni rebussistici cui partecipava un ristretto gruppo di enigmisti proprio a Valeggio, presso la casa di famiglia. A loro si univano anche enigmisti provenienti da Como, Mantova, Venezia e Napoli.

Un destino crudele lo ha strappato improvvisamente alla vita, nella casa che tanto amava, il 15 gennaio 1971, dove ha lasciato la moglie, Ernesta, oggi 97enne (nella foto qui a destra), e tre figli.

Anche dopo la sua scomparsa sono continuati stretti rapporti tra i suoi famigliari e molti enigmisti.

 

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