Il nostro sistema istituzionale ha una proprietà particolarissima: all’eventuale difetto di Palazzo Chigi supplisce il Quirinale; meglio dunque avere la persona che garantisce di più per il settennio sul colle più alto
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Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 552, 25 ottobre 2021 – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico dell’11 ottobre scorso, Draghi e lo spartiacque politico fondamentale
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Capisco le preoccupazioni di chi vede nell’elezione di Mario Draghi alla Presidenza della Repubblica il rischio di una interruzione nell’azione del Governo, di un rallentamento del processo di attuazione delle riforme previste nel PNRR, se non addirittura una sua paralisi nel caso di scioglimento anticipato delle Camere. A me, però, sembra che questa preoccupazione sia ampiamente controbilanciata dalle certezze che quell’elezione porterebbe con sé. Innanzitutto la certezza per un intero settennio di un Capo dello Stato fortemente impegnato nel processo di costruzione della nuova Unione Europea, autorevolissimo nel Paese, a Bruxelles e in tutto il mondo. Poi la certezza di un Capo dello Stato che più di chiunque altro è consapevole della necessità di evitare ogni rallentamento nell’attuazione del PNRR: il quale dunque, di fronte a un’eventuale difficoltà di accordo tra i partiti per riattivare immediatamente una maggioranza di larghe intese, si guarderà bene dallo sciogliere il Parlamento e si assumerà la responsabilità di indicare la persona in grado di succedergli nel ruolo di Presidente del Consiglio, alla quale difficilmente le forze politiche maggiori potranno negare la fiducia in Parlamento. Certo, il nuovo premier non potrà avere la stessa statura politica di Mario Draghi, né la sua autorevolezza su scala mondiale; ma ormai abbiamo capito che il sistema istituzionale italiano ha una proprietà particolarissima: all’eventuale difetto di Palazzo Chigi supplisce il Quirinale. Così, per esempio, negli anni a cavallo tra la XVI e la XVII legislatura abbiamo visto Giorgio Napolitano svolgere di fatto – con abilità e discrezione – il ruolo di guida politica del Governo; e altrettanto ha fatto Sergio Mattarella nei primi due anni della legislatura attuale. Per altro verso, l’alternativa qual è? La prospettiva, neppure del tutto certa, di mantenere Draghi a Palazzo Chigi ancora per un anno. Poi, salvo imprevedibili sviluppi positivi, un grande salto nel buio.
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