I gravi problemi di un settore caratterizzato da forte segmentazione imprenditoriale, che si è ingrossato assorbendo soprattutto manodopera immigrata molto debole e ha visto lo sviluppo di un sindacalismo estremista
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Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 547, 19 giugno 2021 – In argomento v. anche Qualche riflessione sulla morte di un attivista sindacale .
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Le tensioni forti che nel settore della logistica sono sfociate il 18 giugno scorso nell’incidente mortale ai cancelli del deposito Lidl di Biandrate, pochi giorni dopo gli scontri violenti ai cancelli della Zampieri di Tavazzano, hanno radici profonde. Sono conseguenza dello sviluppo impetuoso di un settore che negli ultimi anni ha assorbito in larga prevalenza lavoratori immigrati di recente, in posizione di particolare debolezza, accentuata in molti casi dai gravissimi ritardi amministrativi con cui le loro pratiche di regolarizzazione vengono evase. Le aziende datrici di lavoro sono per lo più appaltatrici o sub-appaltatrici di servizi di trasporto e magazzinaggio;; le più deboli non esitano a realizzare risparmi tagliando sul pagamento di straordinari e maggiorazioni per lavoro notturno e festivo. E sono anche permeabili alle pressioni di una parte dei lavoratori stessi che chiede il pagamento di straordinari e maggiorazioni fuori busta (per poter beneficiare di agevolazioni condizionate al basso reddito). Anche perché le confederazioni sindacali maggiori, in questo settore, sono state messe nell’angolo dal SICOBAS, che sostiene le rivendicazioni di una parte dei lavoratori del settore, legittime e no, comunque non inserite in un quadro che tenga conto degli interessi di tutti i lavoratori del settore, col risultato dell’emergere di conflitti aspri tra gli stessi. E le sostiene praticando forme di lotta spregiudicate, con ricorso sistematico al blocco a sorpresa dei cancelli dei depositi con il trasferimento di cassintegrati a zero ore per mezzo di pullman nei luoghi dove di volta in volta il blocco viene attuato: ciò che inasprisce le tensioni tra i lavoratori. Voltar pagina si può soltanto mettendo intorno a un tavolo tutti i protagonisti; a cominciare dalle grandi imprese committenti, che devono allargare i cordoni della borsa e al tempo stesso rendere più rigorosi e penetranti i controlli sulla qualità delle loro appaltatrici.
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