Nella scelta dell’economista liberal-democratica si esprime un progetto politico ambizioso e il modo in cui Letta intende attuarlo: assumendo come idea-forza la “riforma europea” dell’Italia e la costruzione della sovranità dell’UE
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Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 540, 22 marzo 2021 – Sul tema del rinnovamento del vertice del Pd v. anche Enrico Letta: una lezione etica e una missione politica .
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Con la scelta di Irene Tinagli e di Giuseppe Provenzano come vicesegretari del Pd Enrico Letta ha rinverdito l’ambizioso progetto politico veltroniano delle origini: la costruzione di un partito a vocazione maggioritaria capace di unire e rappresentare compiutamente l’ala sinistra del centrosinistra e l’ala liberal-democratica. Per riuscire nell’impresa dovrà mostrarsi capace di sciogliere almeno due nodi. Il primo è quello della politica del lavoro: su questo terreno si confrontano chi considera la riforma operata tra il 2012 e il 2015 come un tradimento, di cui la sinistra deve chiedere scusa ai lavoratori impegnandosi a ripristinare la situazione precedente, e chi considera invece quella riforma come un doveroso e utile allineamento dell’ordinamento del lavoro rispetto allo standard europeo. L’altro nodo difficile da sciogliere riguarda la presenza e il ruolo dello Stato nell’economia: qui si confrontano chi tendenzialmente diffida dei meccanismi di mercato, sottolineando i vantaggi della loro sostituzione o controllo per mezzo di meccanismi amministrativi, e chi sottolinea i vantaggi di una competizione ben regolata e di un regime massima contendibilità di tutte le funzioni. Nodi come questi non si sciolgono puntando sul compromesso, sulla mediazione. Occorre una idea-forza condivisa che offra un criterio per il superamento dei contrasti e al tempo stesso un terreno di cooperazione tra le due anime proiettata in avanti. Questa idea-forza oggi non può che essere la “riforma europea” dell’Italia stimolata da un uso corretto del Recovery Fund, coniugata con la costruzione della sovranità europea nei campi dei diritti civili, dell’ecologia, dell’economia, della sicurezza geo-politica, dei flussi migratori. Enrico Letta può, per la sua storia personale, incarnare bene questa idea-forza; e appare molto felice la sua scelta di chiamare a incarnarla come vicesegretaria vicaria Irene Tinagli: non è soltanto un omaggio alla parità di genere, ma soprattutto – considerato il suo ruolo a Strasburgo – una precisa indicazione di rotta.
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