“[…] Il titolo e ancor più il sottotitolo, Quando sono i lavoratori a scegliersi l’imprenditore, possono far temere una certa dose di utopia, ma il dubbio viene fugato sin dall’inizio della lettura […]”
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Lettera pervenuta il 3 settembre 2020 – Le altre lettere e recensioni relative al libro L’intelligenza del lavoro sono facilmente raggiungibili dalla pagina web dedicata al libro .
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Illustre Professore, le scrivo dopo aver appena letto L’intelligenza del Lavoro, per manifestarle il mio apprezzamento per questo suo ultimo scritto (che per me è il primo).
Da giovane avvocato giuslavorista ho apprezzato particolarmente la proiezione nel futuro, attraverso l’interpretazione del passato, in esso contenuta. Per me è stato particolarmente interessante conoscere la ricostruzione di svariati contesti passati e le dinamiche cha hanno portato a particolari scelte (tant’è che ho prontamente acquistato e mi accingo a leggere anche A cosa serve il sindacato?).
Ho trovato il libro ricco di spunti di riflessione, sempre ben argomentato e ancorato alla realtà. Il titolo – e ancor più il sottotitolo – potevano far presumere una certa dose di utopia, ma il dubbio viene fugato sin dall’inizio della lettura, dal momento che è Lei stesso ad evidenziare le possibili e plausibili eccezioni alle proprie tesi, cercando di trovare un risposta ad ognuna di esse.
Ho consigliato il libro ad un giovane sindacalista con cui di recente mi è capitato di confrontarmi, sinceramente convinta del fatto che il sindacato, così come i lavoratori, gli imprenditori, i professionisti, debbano formarsi ed informarsi continuamente (mi riferisco al concetto di lifelong learning, che anche io cerco di applicare nella mia professione e nella vita in generale, adiuvata dal fatto che la curiosità è un tratto che mi caratterizza da sempre), per non rimanere “al palo” ed essere protagonisti attivi dei cambiamenti che l’evoluzione storica impone.
Con stima,
Margherita Della Picca
avvocato in Udine
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