PER NON TORNARE AL PALEOLITICO
Ciascuno di noi – dall’ingegnere aeronautico al muratore, dal filosofo allo spazzino –, per quanto ricco e colto, se dovesse rimanere permanentemente isolato dagli altri, dovrebbe tornare alla condizione dei nostri antenati cacciatori e raccoglitori di bacche e radici: leggi il mio primo editoriale telegrafico di oggi.
PER NON TORNARE ALL’ECONOMIA CURTENSE
Affiora diffusamente l’auspicio che dall’attuale grande pandemia il mondo esca con un ritorno a una economia “a chilometro zero” o poco più: non c’è consapevolezza del disastro che conseguirebbe a un simile balzo indietro di cent’anni (per non pensare addirittura a un ritorno a un tessuto produttivo di tipo medievale): leggi il mio secondo editoriale telegrafico di oggi.
PERCHÉ NON PUÒ VENIRNE UNO CAPACE DI STERMINARCI TUTTI
Un germe ad altissima letalità, che uccidesse molto rapidamente tutti gli umani che infetta, si estinguerebbe insieme alle sue prime vittime. Ma altre pandemie verranno, se non ci attiviamo per prevenirle: si può fare. Leggi il terzo editoriale telegrafico di oggi.
NEL LAVORO AGILE ANCHE UN MODELLO NUOVO DI IMPRESA
Pur nel disastro prodotto dalla pandemia, e nonostante gli appesantimenti burocratici inutili, nella diffusione dello smart working si può vedere l’embrione di un sistema nuovo di relazioni di lavoro. È online la mia intervista pubblicata il 13 marzo da Italia Oggi.
I PERICOLI DEL LAVORO AGILE
La legge del 2017 impone all’imprenditore di informare per iscritto il dipendente che lavora da casa e il responsabile dei lavoratori per la sicurezza sui “rischi specifici” di questo modo di svolgere la prestazione. Ora l’Inail ci spiega quali essi siano: leggi il mio articolo pubblicato venerdì su lavoce.info.
LA LIBERTÀ DELLA RICERCA E LA NECESSITÀ DELLA VALUTAZIONE
Il principio enunciato dall’articolo 33 della Costituzione, se fosse stato in vigore nel ‘600, avrebbe protetto Galileo contro l’Inquisizione che gli vietava di studiare il moto dei pianeti intorno al Sole, ma non lo avrebbe protetto contro un rifiuto del Papa di finanziare quegli studi. Leggi l’intervento critico del matematico Giovanni Mingione e la replica di Andrea Ichino.
UTILI DISSENSI SULL’ULTIMO LIBRO DI UMBERTO ROMAGNOLI
Perché a Francesco Santoro Passarelli e a Luigi Mengoni viene condonato, e a Ludovico Barassi no, il nitido fondamento civilistico e contrattualistico sul quale hanno ricostruito l’ordinamento del rapporto di lavoro? Sono online la lettera di Vincenzo Ferrante, professore di Diritto del Lavoro nell’Università Cattolica di Milano, e la mia risposta.