“Questi due anni di lavoro politico ci hanno insegnato che gli ideali liberal-democratici non bastano forse per costruire un partito e dargli un programma, ma sono certamente il lievito indispensabile di tutti i programmi politici che si confrontano costruttivamente in una democrazia moderna”
Lettera pervenuta l’11 gennaio 2020 – Le altre lettere e le recensioni relative a La casa nella pineta sono facilmente raggiungibili attraverso la pagina web dedicata al libro
Gentile Professor Ichino, a Natale mi è stato regalato da un caro amico (avvocato) il suo libro La casa nella Pineta. Ho iniziato a leggerlo subito e ha accompagnato le mie giornate durante le appena trascorse festività. Mi è piaciuto davvero molto e l’ho letto tutto d’un fiato.
Non ho il piacere di conoscerLa direttamente ma la seguo, da tempo, nella Sua vita professionale. Ho avuto poi l’opportunità di incontrarLa nel 2015 e nel 2016 nelle conferenze organizzate con Vittorio Rizzi. In quelle occasioni e nella stagione di Scelta Civica Vittorio ha avuto l’onore (e uso questo termine perché sono certa che per lui è stato così) di conoscerla un po’ e, attraverso Vittorio, ho avuto modo di conoscerLa un po’ di più anche io.
Durante la lettura della storia della sua famiglia sono rimasta colpita, in più momenti, della straordinarietà delle persone che hanno accompagnato e accompagnano la sua vita ma al contempo, per quel poco che ho potuto “vedere”, continuavo a pensare che non avrei potuto immaginato una storia famigliare diversa. Le faccio i complimenti e La ringrazio per aver condiviso con il Suo libro questo “pezzo” fondamentale di Lei. Con stima e ammirazione,
Daniela Colombo
Ringrazio D.C. di darmi questa occasione per ricordare su questo sito Vittorio Rizzi, persona di qualità straordinarie con la quale ho avuto la fortuna di condividere dall’inizio alla fine, nel Collegio elettorale Lombardia I, l’esperienza di Scelta Civica, nel 2013 e 2014. Coordinatore di quella formazione politica prima per la provincia di Como, poi per la Lombardia, esercitava questo ruolo con uno stile tutto particolare, derivante dalla sua genuina e limpidissima passione per la politica – in particolare per gli ideali liberal-democratici e il processo di integrazione europea – e al tempo stesso dal suo carattere solare, ottimista e al tempo stesso modesto. Quando, nel febbraio 2015, insieme a tutto il gruppo dei senatori di SC, io rientrai nel PD, lui decise di compiere la stessa scelta scrivendomi una lettera della quale, tralasciando gli apprezzamenti quanto fatto nei due anni precedenti, riporto qui solo una frase nella quale si esprime la sua intelligenza e il suo impegno politico-civile: “Questi due anni di lavoro politico ci hanno insegnato che gli ideali liberal-democratici non bastano forse per costruire un partito e dargli un programma, ma sono certamente il lievito indispensabile di tutti i programmi politici che si confrontano costruttivamente in una democrazia moderna”. L’amicizia con lui è stata uno dei doni più belli, tra i tanti di cui ho goduto nei dieci anni del mio servizio civile in Parlamento. (p.i.)