VENTI DI GUERRA E BANDIERE BIANCHE

Siamo armati fino ai denti contro i ladri di polli e i barconi degli immigrati, ma di fronte ai potenti e ai prepotenti della Terra facciamo gli agnellini pacifisti

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Editoriale telegerafico di Mattia Feltri, pubblicato sul quotidiano
la Stampa del 7 gennaio 2020 – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico del 31 marzo 2014, A proposito di caccia (nel senso degli aerei)In tema di “terza guerra mondiale” v. anche l’articolo di Giorgio Tonini sul Foglio del 20 febbraio 2015.
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Dopo lunga e faticosa elaborazione, il ministro Di Maio è salito al seguente sofisticato concetto: siamo contro la guerra e per il dialogo. Con chi dialogherà, e in quale lingua, sono questioni che attengono al lato esoterico di questo Governo (e del precedente), mentre sul versante più quotidiano rimane irrisolta la stravaganza secondo la quale questo Governo (come il precedente) è armato fino ai denti in nome della sicurezza – niente sbarchi, decreti termonucleari, legittima difesa in ogni tinello, aumenti di pena per chiunque turbi la quiete o l’incolumità pubbliche, e nonostante tutti i reati siano in calo (ma è sconsigliato dirlo per non urtare gli “italiani”, la cui percezione prevale sulle statistiche e le sovverte) – e intanto sventola ramoscelli d’ulivo al pianeta, in paciosa docilità, e sempre in nome della sicurezza. Non sfugge la totale assenza di alternative, e sarà bello vedere quanto i nostri ramoscelli risulteranno affascinanti a Putin o a Trump o a Erdoğan, e che se ne faranno le bande armate libiche o gli atomici ayatollah. Come è stato già scritto, i confini della civiltà non sono a Lampedusa, ma ormai oltre Lampedusa abbiamo anche problemi di orientamento. Purtroppo l’Europa non esiste, non ha una politica estera, di un esercito comunitario neanche a parlarne, e così ogni Stato europeo si muove in modalità sovranista per il poco che può, e a noi, accucciati all’ombra dei potenti e dei prepotenti del mondo, di cui siamo in balìa, rimane di sventolare bandiera bianca. Però rifiliamo diciotto anni ai pirati della strada, e ci sentiamo in una botte di ferro.

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