“[…] Quando parli della funzione dell’imprenditore, come colui che ci mette non soltanto il capitale, ma anche “una visione complessiva del ruolo dell’impresa…”, mi torna alla mente il Priore che diceva a Maresco che la lotta sindacale doveva andare ben oltre la busta paga più pesante… […]”
.
Lettera di Aldo Bozzolini, il più giovane dei primi sei allievi barbianesi di don Lorenzo Milani, 3 novembre 2019, in riferimento al mio libro Il lavoro ritrovato (Mondadori, 2015) – Dello stesso A.B. v. anche Un “Pierino per scelta” tra i ragazzi di Barbiana, del 13 aprile 2018
Caro Pietro, mi scuso per il mostruoso ritardo nel ringraziarti per il tuo Il lavoro ritrovato. Grazie!
Me lo sono letto e sottolineato e poi con l’estate l’ho lasciato lì a maturare. Dal titolo avevo sottinteso che tu avessi trovato la risposta pratica all’Articolo 1 ossia come dare Lavoro a tutti, visto che manca, ma detto questo ho imparato alcune cose e confermate altre.
La prima riconferma è che feci bene, dopo una breve esperienza con Michele e Maresco [rispettivamente Gesualdi e Ballini, entrambi allievi di don Milani – n.d.r.], a non voler fare il sindacalista. Molti discorsi sulla lotta di classe, su a Barbiana, mi annoiavano. Armonia vorrebbe che Idee-Lavoro-Capitale avessero pari peso e dignità, ma prima che arrivasse la globalizzazione delle merci, aveva forse senso anche la lotta di classe in quanto il Datore di Lavoro rappresentava anche il Capitale! Oggi che le Idee ed i Capitali viaggiano liberamente, la lotta contro chi la facciamo visto che i Fondi, alimentati anche dai risparmi dei lavoratori, spaziano globalmente?
Tu parti dalle sentenze assurde e come persona informata dei fatti fai la radiografia cronologica della storia del “Lavoro” in Italia. Quando parli della necessità di rendere la legislazione più fluida e leggera, mi sembra di vederti lì tutto preso tra un comma e l’altro a sfoltire a colpi di roncola e zappa la foresta del Lavoro ricoperta di rovi e quando hai il fiato corto, ti rifugi nella brezza della Casa nella Pineta…
Capisco bene ora come grazie all’ideologia dell’articolo 18 siano nate tante assurdità, cooperative comprese. Bersani però, anche se rappresenta un certo passato e un certo modo di argomentare, lo ascolto volentieri. Avere il cuore a sinistra è pura anatomia (?), ma aiuta a sentirci giovani!
Quando sono arrivato a pagina 116 e parli della funzione dell’imprenditore, come colui che ci mette non soltanto il capitale, ma anche “una visione complessiva del ruolo dell’impresa…”, mi è tornato alla mente il Priore che diceva a Maresco che la lotta sindacale doveva andare ben oltre la busta paga più pesante…
L’ultimo capitolo è la conseguenza logica a tutte le argomentazioni dei capitoli precedenti e trovi qui un linguaggio piano, come chi alla vista dell’uscita dal tunnel, riprende fiducia.
Ora che le leggi non imbrigliano e non frappongono ostacoli a chi vuole investire in Italia, mi chiedo semplicemente quali parole d’ordine nuove dobbiamo aspettarci per far sì che la litania ripetuta dagli anni ’50 ad oggi – ossia: “+ Ricerca+Investimenti+Crescita=+Lavoro” – venga messa in soffitta e finalmente dare seguito concreto all’Articolo 1. Un caro saluto
Aldo