QUI COMINCIA LA SVENTURA DEL SIGNOR BONAVENTURA

Anche quest’anno si è rinnovata la tradizione della recita di fine agosto: ogni estate i cugini dell’ultima generazione, provenienti da tutte le parti del mondo, si ritrovano al Forte dei Marmi e si impegnano in questo gioco, che vede i più grandi, adolescenti, insieme ai più piccoli (il Can Bassotto qui ha 3 anni)

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Video-registrazione amatoriale (con qualche difetto nel sonoro) della recita della commedia di Sergio Tofano Qui comincia la sventura del Signor Bonaventura (in una edizione opportunamente ridotta), svoltasi nella pineta della casa Pellizzi-Ichino al Forte dei Marmi il 29 agosto 2019 – Alcuni dei costumi, tra cui quelli del Signor Bonaventura e del Bellissimo Cecé, risalgono agli anni ’50 e sono stati utilizzati da tre generazioni di piccoli “attori” – Di questa tradizione familiare, che risale agli anni ’30, si dà conto nel terzo e nel quarto capitolo del libro La casa nella pineta – Al termine della seconda parte la video-registrazione mostra la casa e la pineta cui si riferisce il titolo del libro

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Parte I.

Parte II

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Il prologo che precede la recita

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Nel centenario del Signor Bonaventura

Cari e illustri spettatatori,

preparate i vostri cuori:

qui vedrete sulla scena

fattorini in grande pena,

nobildonne inviperite,

impegnate in grave lite

dai mariti spalleggiate

che minaccian bastonate,

svenimenti, insulti, urla

provocate da una burla.

Gente piena assai di sé,

ma del tutto vuota, ahimè.

Se vicende così tese

fan pensare al Bel Paese,

sia di buon auspicio alfine

della storia il lieto fine.

Quanto a noi, chiediamo aìta:

se perdiamo una battuta

quali attori improvvisati

chiediam d’esser perdonati.

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“Cosa facevate, poltrone, su quella poltrona?”

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“No, vi prego, non mi contemplate, io non mi commuovo che per le occhiate delle principesse. Non mi desta interesse l’ammirazione di povere commesse”

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“Annunciate la moglie del Barone Partecipazio!” “E il marito della moglie del Barone Partecipazio!”

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“Non farò più lo sgobbone, né il minchione, né il cialtrone; non più servo, ma padrone. E padrone DI UN MILIONE!”

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Il palcoscenico e il pubblico nella pineta

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Il copione

Scarica il copione della versione ridotta della commedia di Sergio Tofano utilizzata per questa recita

 

Un’altra commedia di Bonaventura nella pineta di 65 anni fa.

La locandina della recita di “Bonaventura nell’isola dei Pappagalli”, svoltasi nella stessa pineta nel 1954

“La scena si apre in una città di mare, rappresentata in un bellissimo fondale dipinto dal nonno, dove campeggia l’albergo Bellavista gestito da Barbariccia, «faccia e anima gialliccia» (Giovanni Cristini). Il sindaco della città (interpretato da me con panciotto e tuba) è triste per la scomparsa della figlia. Proprio davanti all’albergo, attracca la nave Teresina, che gli toglie la vista sul mare; dell’equi­paggio fa parte in qualità di cuoco il signor Bonaventura (nostro cugino Gabriele Guadagni), con il suo fido bassotto (interpretato da Giovanna, che all’epoca aveva tre anni). Perché la nave se ne vada, Barbariccia fa balenare ai pigri marinai l’esistenza di un tesoro nell’isola dei Pappagalli; ma nell’isola incontaminata, invece del tesoro, vengono accolti da selvaggi antropofagi ­(Franco Bruni e Maria Giulia Longhi, per l’occasione colorati di marrone scuro da capo a piedi con del lucido da scarpe) che li fanno prigionieri. […]”
(La casa nella pineta, dal terzo capitolo, Bambini in divieto di sosta, p. 79).

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