IL RISTORANTE IN GALERA: QUANDO IL CARCERE RIABILITA DAVVERO

L’esperienza straordinaria della Cooperativa ABC, che gestisce un  esercizio aperto al pubblico nella Casa di reclusione di Bollate – La cena per il venticinquesimo di matrimonio di Valentino, ex-detenuto e socio-lavoratore della Cooperativa

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Lettera di Silvia Polleri, responsabile della Cooperativa ABC La sapienza in tavola, alla rubrica La risposta del cuore di Maria Corbi del quotidiano La Stampa – In argomento v. anche  Gli elettori, l’articolo 27 e la giustizia “ago e filo” e il mio editoriale telegrafico Chi ha paura del lavoro marginale? 
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Alcuni detenuti del carcere di Bollate che lavorano per la Cooperativa ABC, con la responsabile Silvia Polleri

Maria buongiorno, sono la responsabile della Cooperativa sociale ABC La sapienza in tavola, da 15 anni gestisco con detenuti in esecuzione di pena nel carcere di Bollate un catering per la società esterna e dal 2015 abbiamo aperto il Ristorante InGalera, primo in Italia dentro una Casa di Reclusione aperto al pubblico. Ieri sera tra gli ospiti al Ristorante, una coppia che ci ha scelto per festeggiare il suo 25° anno di matrimonio; fin qui nulla di eccezionale se non fosse che “Lui”, ha lavorato con noi per 5 anni, fino all’ultimo durante l’esecuzione di pena. Difficile sintetizzare in poche righe i percorsi della famiglia che è “fuori” e di chi è” dentro”; per rispetto all’anonimato chiamerò lui Valentino e lei Valentina. Valentino ha passato molti anni in diverse carceri, recidivando più volte e Valentina stanca di questa continua vita nell’illegalità che sembrava non mutare, aveva deciso di prendere le distanze da lui, non investendo più affettivamente. Due figlie cresciute con fatica e con estrema dignità e coraggio, peraltro sempre molto amate da Valentino e comunque accompagnate a colloquio con il papà. Arrivato al Carcere di Bollate, dopo anni di botte date e prese, Valentino decide che questa potrebbe essere l’occasione per farla finita con la cocaina e le rapine, aiutato dalla sua forza di volontà, dagli operatori e specialisti e dalla possibilità di lavoro vero con la coop. Abc. Impara a cucinare per grossi numeri, impara a preparare la pasticceria e, nel momento in cui il Magistrato di Sorveglianza lo autorizza al lavoro esterno, esce con la cooperativa per allestire catering, grossi numeri da ristorare ad alto profilo in sale convegno, ville castelli ed ogni mese, mandare a casa lo stipendio. Di fondo, dominante, la voglia di dimostrare che questa volta sarà per sempre, nella fatica per chi non ha mai costantemente lavorato, di acquisire la cultura del lavoro (…Signora Silvia, con lei è come fare il 41bis…). Questo il prezzo ma il premio del grande impegno è tornare alla vita, fuori dalla prigione, accolto dalla moglie e dalle figlie. Per me che condivido con ognuno di loro la sfida, l’orgoglio ed anche la trepidazione perché la società punisce “per sempre” chi è stato in Carcere. Ecco allora la funzione di InGalera, frequentemente impegnato in serate “Ristorante cultura”, …ti racconto il carcere, …ti racconto l’inclusione sociale…Società, ti dimostro che si può fare, noi ci proviamo… Ed ora, la storia di Valentino e Valentina diventa uno spunto per raccontare e declinare, dentro e fuori, il tema delle donne e dell’affettività, dell’amore negato, dell’amore maltrattato e deriso. Spesso proprio le donne in carcere sono portatrici di storie complesse. Il 20 giugno, ristorante cultura, vorremmo con Tiziana Ferrario organizzare la presentazione del libro “MARITI”, 27 storie di donne scritte da 27 donne: a fianco alle riflessioni di alcune delle scrittrici, le testimonianze, gli spunti di riflessione delle donne che vivono “dentro”. Condivido con te ancora la dolcezza di questa venuta di Valentino e Valentina sabato al Ristorante: abbiamo voluto premiarli a sorpresa con un bouquet di fiori, bellissimo, importante per Valentina, donna della resistenza nell’amore, madre coraggio e a Valentino, forte nelle promesse, esempio per i compagni, offrendo una cena di gala. Mi piace anche ricordare, quale stimolo a continuare, che a Bollate la recidiva scende sotto il 17% quando in Italia è il 70%. Noi ci proviamo…

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