IL CARDINALE NEL POZZO E I SENZATETTO NEL VICOLO CIECO

Il gesto del religioso polacco richiama alle sue responsabilità la società civile; la quale però ha anche il dovere di aiutare e stimolare i diseredati, uno per uno, ad assumersi le proprie

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Secondo editoriale telegrafico per la
Nwsl n. 501, 21 maggio 2019 – In argomento v. anche l’articolo di Maria Paola Potestio del 16 aprile scorso, L’incentivo perverso a non lavorare.
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Il Cardinale Krajewski, in partenza per una delle sue missioni quotidiane nelle periferie di Roma, salutato cordialmente dal Papa

Qualsiasi copertura assicurativa ha una conseguenza positiva (la sicurezza contro un rischio) e una conseguenza negativa (il disincentivo per l’assicurato dall’attivarsi perché quel rischio non si avveri). Consideriamo il caso del palazzo romano occupato da 450 senzatetto, ai quali è stata tagliata l’elettricità, ma poi essa è stata riattivata dal Cardinale Krajewski, sceso nel pozzo per rompere i sigilli alla centralina, sorretto dalla compassione e dalla solidarietà prevalenti nella società circostante. Quella compassione e quella solidarietà possono essere viste come una forma di copertura assicurativa, sulla quale deve poter contare ogni essere umano. È però indispensabile anche curare che nessuna delle persone che ne beneficiano possa esserne disincentivata dall’attivarsi per uscire dal vicolo cieco in cui si trova. La soluzione di gran lunga migliore di questo problema – compito essenziale dello Stato – consiste nel disporre, per un verso, la “copertura assicurativa” ma nello stesso tempo affrontare una per una le situazioni in cui la “copertura” viene offerta, per stimolare le persone che ne godono a emanciparsi dall’indigenza. Questo si fa nelle società moderne più civili; ma non in Italia, dove la “spesa sociale” va quasi tutta (oltre 100 miliardi l’anno) nel contributo all’Inps necessario per finanziare il pensionamento anticipato dei sessantenni, cosicché non resta quasi nulla per l’assistenza intensiva alle persone che sono davvero in difficoltà. Così accade che le situazioni di miseria marciscono e alla fine, in quelle di maggiore degrado, viene meno persino l’erogazione dell’energia elettrica. Dunque, ben venga il “Cardinale Robin Hood” a ricordarci che una società civile non può negare ad alcuno dei propri membri la copertura assicurativa minima; purché non ci si dimentichi – lo ricorda sempre don Virginio Colmegna, capo della Caritas ambrosiana – dell’altra parte del discorso. Perché alla lunga nessuna copertura assicurativa può reggere senza un controllo efficace contro i comportamenti opportunistici degli assicurati.

 

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