C’è un’enorme voce negativa che la Commissione incaricata dal ministro Toninelli ha del tutto dimenticato: la perdita di affidabilità dell’Italia, agli occhi del resto del mondo, come partner per qualsiasi futura iniziativa comune
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Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 496, 15 marzo 2019 – In argomento v. anche L’ideologia del NO a tutto.
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Trovo stupefacente che nel bilancio costi-benefici del progetto TAV Torino-Lione redatto su commissione del ministro Toninelli sia stato totalmente trascurato un costo colossale che l’Italia e gli italiani si accollano azzerando il progetto: la propria perdita di credibilità, di affidabilità come partner di una qualsiasi altra futura iniziativa economica (ma anche non economica). Un Paese che dopo molti anni di estenuanti dibattiti finalmente decide di impegnarsi con i propri partner in una grande impresa, firma un trattato ad essa dedicato e lo ratifica con più voti parlamentari, dà avvio ai lavori, poi – solo perché è cambiato il Governo – si permette di azzerare tutto, è un Paese che non ha alcuna considerazione del valore del proprio nome e della parola data, col quale pochi in futuro vorranno impegnarsi in una intrapresa comune. Un Paese nel quale i grandi imprenditori saranno riluttanti a dislocare i propri nuovi insediamenti produttivi. Un Paese che si isola dal resto del mondo con un muro molto più brutto di quello, pur bruttissimo, col quale Donald Trump intende isolare gli U.S.A.: il muro della cattiva reputazione, dell’inaffidabilità. A quanto ammonta questo costo? È difficile stabilirlo con precisione, ma una cosa è certa: cioè che esso ha almeno un paio di zeri in più rispetto all’insieme di tutte le voci di costo e di beneficio individuate dalla Commissione incaricata dal ministro Toninelli. Anche perché non lo pagheremo una tantum, bensì per tutti gli anni necessari a far dimenticare al resto del mondo la figuraccia che stiamo facendo.
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