Una proposta per una scuola più efficace più equa e più credibile: per le scuole superiori una nuova organizzazione basata su corsi disciplinari anziché sulla successione delle classi, intese come livelli da superare – Non si dovrà ripetere l’anno, ma solo le materie insufficienti
Proposta lanciata dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, gennaio 2019 – Chi intenda manifestare il proprio sostegno a questa proposta, o interloquire con il Gruppo che la ha lanciata, può scrivere a gruppodifirenze@libero.it – Dello stesso Gruppo v. anche, su questo sito, la lettera del maggio scorso, Don Milani e il donmilanismo, e Per una scuola centrata sull’efficacia dell’insegnamento, del dicembre 2017 – Per una proposta che presenta qualche affinità con questa, da tempo sostenuta da Andrea Ichino, v. ultimamente il suo articolo sul Corriere della Sera del 10 gennaio 2019, Il vero cambiamento a scuola: possibilità di scelta delle materie.
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Attualmente la scuola italiana, come nella maggioranza dei paesi europei, è interamente basata sul succedersi delle classi, a cui si viene ammessi avendo almeno la sufficienza in tutte le materie. È un’organizzazione nel complesso adeguata per il primo ciclo. Nelle superiori, però, la ripetenza viene sempre più sentita come un sistema che non garantisce la serietà degli studi e di conseguenza una buona preparazione degli studenti. Infatti, se a fine anno vengono “abbonate” più materie (come spesso succede) per evitare la bocciatura, percepita da molti docenti come un provvedimento draconiano, lo studente si porta dietro lacune non colmate. Se invece lo studente non viene promosso, avrà la possibilità di colmare quelle lacune, però al prezzo di ripetere anche le materie in cui aveva avuto risultati positivi, con il concreto rischio che prevalgano sfiducia e demotivazione.
Proponiamo quindi per le scuole superiori una nuova organizzazione basata su corsi disciplinari anziché sulla successione delle classi, intese come livelli da superare. Come accade nelle scuole superiori finlandesi, non si passerebbe più dalla prima classe alla seconda e così via, ma dal primo al secondo corso di italiano, dal primo al secondo di matematica e via dicendo. Si potrà quindi bocciare solo nelle materie insufficienti e ripetere soltanto quelle, continuando però a frequentare gli altri corsi con lo stesso gruppo classe, che rimane un riferimento importante per gli adolescenti. Al termine di ogni corso, un esame accerta la preparazione del candidato. Se l’allievo non lo supera, si potrà consentire di sostenerlo nuovamente dopo qualche tempo, come succede nella scuola finlandese; in caso di ulteriore insuccesso, dovrà seguire di nuovo il corso.
Non entriamo volutamente in questa sede in questioni pur importanti come la durata dei corsi, la possibilità che alcuni siano opzionali, la presenza di figure di “tutor” che seguano l’andamento complessivo dei ragazzi e così via. Si tratta naturalmente di un cambiamento che richiede una preparazione approfondita, anche mediante una fase di sperimentazione in un certo numero di istituti. Siamo però convinti che questa scelta, con cui verrebbe superato l’annoso dibattito bocciatura sì / bocciatura no, avrebbe numerose conseguenze positive: sarebbe certamente un modo molto efficace di combattere l’abbandono scolastico, la verifica degli apprendimenti acquisterebbe maggiore credibilità e si darebbero agli studenti più autonomia e responsabilità nel proprio percorso scolastico.
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Chiediamo al mondo della scuola e a tutte le persone interessate alla formazione delle nuove generazioni di esprimere su questa proposta il proprio parere (favorevole, contrario o problematico). I contributi – possibilmente sintetici – si possono inviare all’indirizzo gruppodifirenze@libero.it. saranno pubblicati sul nostro blog e sulla nostra pagina facebook. Grazie.
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