Un piccolo omaggio alla memoria di don Luigi Sturzo, che già nell’immediato dopoguerra denunciava la tendenza malsana alla moltiplicazione degli enti pubblici e sosteneva la necessità che lo Stato si limitasse a favorire lo sviluppo della capacità imprenditoriale dei cittadini
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Due citazioni di don Luigi Sturzo e un brevissimo commento, nella ricorrenza dei cento anni dall’Appello ai Liberi e Forti, carta istitutiva del Partito Popolare Italiano, lanciato dall’Albergo Santa Chiara di Roma il 18 gennaio 1919.
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“Lo Stato italiano è largo e generoso: crea nuovi enti. Dal giorno che ha preso la malattia dell’entite, non si ferma più.”
(da Politica di questi anni. 1951-1953, Zanichelli, Bologna 1963)
“Il privato impiega il denaro assai meglio dello Stato; la produttività dell’impresa privata è superiore a quella dell’impresa pubblica. Per una politica di maggior impiego di mano d’opera è obbligo dello Stato non solo non ostacolare l’investimento privato, ma anche favorirlo.”
(ancora da Politica di questi anni. 1950-1951, Zanichelli, Bologna 1957)
Chissà che penserebbe oggi don Luigi Sturzo delle 10.000 società partecipate con azionista unico lo Stato, la Regione o il Comune, nate da allora e che pare impossibile chiudere.
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