[…] È una autobiografia corale: ora mi ha fatto venire in mente la Passione di Matteo di Bach – Un periodare ampio e articolato, su più livelli, ma in cui non ci si perde mai; lo si rilegge non perché si è perso il filo, ma per riapprezzarne la stesura, la logica, l’intreccio di concetti o di immagini […]
.
Lettera pervenuta il 7 ottobre 2018 – Le altre lettere e recensioni de La casa nella pineta sono raccolte nella pagina web dedicata al libro .
.
Caro ‘Pierino’ (spero mi concederai questa confidenza e il mio parlarti con il tu), abbiamo la stessa età. Ho appena finito il tuo libro e, ora, scrivendoti, cerco di elaborare la tristezza perché è finito. È un libro molto bello, che sto consigliando caldamente ad amici e conoscenti. Perché ho provato molto piacere nel leggerlo. […]
Ci sono poi le prossimità politiche: il mio primo voto è stato per il PSIUP, sono stato delegato sindacale a scuola a Pavia e delegato ad un congresso contrattuale all’EUR. Non ho però avuto la tua carriera nel sindacato e in politica. Nel 1973 anche io sono stato fermato per affissioni clandestine a Bergamo, quando facevo la scuola quadri di DP, sotto la direzione di Edo Ronchi. Ricordo che i carabinieri che verbalizzavano erano stupiti che fossimo tutti laureati.
Ma torniamo al libro. Ho partecipato emotivamente alle sofferenze della bisnonna e della nonna in fuga per le persecuzioni fasciste. Le forme di scrittura con cui hai delineato tuo padre (l’imperatore di Chapy) e tua madre (la zia Mannara), l’ironia, l’impegno sociale, la rettitudine morale che hanno creato, nel contesto familiare, l’humus che ha fondato, orientato, nutrito, fatto crescere il tuo impegno sindacale, politico, giuridico, come l’Albero dello Scarabeo nelle vostre gite in montagna e don Milani e la scuola di Barbiana.
Ho riso apertamente leggendo dei commenti operai sul borghese, la tua contorta dichiarazione a Costanza con risposta dopo un anno simile al bacio a Francesca di tuo padre sotto il vischio. Le regole delle tavolate, le riflessioni della nonna Paola, i trucchi di zio Giangiotto ai pranzi in piedi…
Mi sono commosso per le pagine sulla fine di tuo padre, ho partecipato intensamente alle tue sofferenze nei dieci anni sotto scorta. Ho conosciuto Benedetta Tobagi e Nando Dalla Chiesa, figli di due vittime del terrorismo. […]
Ora mi fermo e ti ringrazio con un ultimo elogio alla tua scrittura. Il mio modello è Magris, ma tu riesci a tenere un periodare ampio ed articolato, su più livelli, in cui tuttavia non ci si perde mai. Lo si rilegge non perché si è perso il filo, ma per riapprezzarne la stesura, la logica, l’intreccio di concetti o di immagini. Il libro è una autobiografia corale: ora mi ha fatto venire in mente la Passione di Matteo di Bach. Te ne mando qui anche le parti cantate, aggiungendo il coro iniziale nel quale cantano anche i bambini: figure centrali nel libro.
https://www.youtube.com/watch?v=PgurNJLivG0
Kommt, ihr Töchter, helft mir klagen, sehet! – Wen? – Den Bräutigam. Sehet ihn! – Wie? – Als wie ein Lamm. Sehet! Was? – Sehet die Geduld! Sehet! – Wohin? – Auf unsre Schuld! Sehet ihn aus Lieb und Huld Holz zum Kreuze selber tragen! |
Venite, figlie, aiutatemi a piangere… Guardate! – Chi? – Lo sposo. Guardatelo! – Come? – Come un agnello. Guardate! – Che cosa? – Guardate la pazienza! Guarda! – Dove? – Per nostra colpa! Guardatelo come per l’amore e per la grazia porta egli stesso il legno della croce! |
SOPRANO IN RIPIENO [CORALE] [I STROFA DEL LIED OMONIMO DI N. DECIUS] | |
O Lamm Gottes, unschuldig am Stamm des Kreuzes geschlachtet allzeit erfund’n geduldig, wiewohl du wärest verachtet. All Sund hast du getragen, sonts müssten wir verzagen. Erbarm’ dich unser, o Jesu! |
O Agnello di Dio, innocente, immolato sul legno della croce, che sei rimasto sempre paziente benché da tutti disprezzato. Il peso di tutti i peccati hai sopportato, altrimenti lo sconforto ci avrebbe oppresso. Pietà di noi. Gesù! |
https://www.youtube.com/watch?v=BBeXF_lnj_M
https://www.youtube.com/watch?v=RmJawTMvrgI
Chiudendo il libro con la morte di tuo padre mi sono ricordato del coro finale
Wir setzen uns mit Tränen nieder und rufen dir im Grabe zu: Ruhe sanfte, sanfte Ruh’! Ruht, ihr ausgesognen Glieder! Ruhet, sanfte, ruhet wohl! Euer Grab und Leichenstein soll dem ängstlichen Gewissen ein bequemes Ruhekissen und der Seelen Ruhstatt sein. Ruhet sanfte, ruhet wohl! Höchst vergnügt schlummern da die Augen ein. |
Ci inginocchiamo con lacrime e gridiamo verso la tua tomba: Riposa sereno, sereno riposa! Riposate, o esauste membra! Riposate serene, riposate! La vostra tomba, la vostra lapide dovrà essere un morbido cuscino per la coscienza tormentata, e il luogo di riposo per l’anima. Riposate serene, riposate! In somma beatitudine gli occhi si chiudono al sonno. |
Quando ho letto della tua vita sotto protezione
ho riascoltato mentalmente
Erbarme dich, mein Gott, um meiner Zähren willen! Schaue hier, Herz und Auge weint vor dir bitterlich. |
Abbi pietà di me, mio Dio, in grazia del mio pianto! Guarda quaggiù, cuore e occhi piangono avanti a te amaramente. |
Buon ascolto e condivisione delle emozioni.
Tralascio l’aspetto religioso perché il mio impegno culturale e sociale è sorretto solo dall’etica: la fede si è eclissata dopo la mia tesi su Bonhoeffer.
Grazie ancora
M. C. (Pavia)
.