“[…] L’ho acquistato sopratutto per leggere dei suoi anni di collaborazione con il sindacato e con il Pci, ma mi sono ritrovato a sorridere e a commuovermi leggendo le pagine di straordinaria intimità di cui ha inteso rendere partecipi i lettori[…] “
Lettera di Alessandro Di Stefano pervenuta il 1° agosto 2018 – Le altre lettere, commenti e recenzioni riferite a La casa nella pineta sono raccolte nella pagina web dedicata al libro .
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Caro Professor Ichino, ho appena terminato di leggere il suo ultimo libro. Devo dire che l’ho acquistato sopratutto per leggere dei suoi anni di collaborazione con il sindacato e con il Pci, anche se mi sono ritrovato a sorridere e a commuovermi leggendo le pagine di straordinaria intimità di cui ha inteso rendere partecipi i lettori. Ho vissuto la malattia di mio padre standogli vicino negli ultimi mesi e mi sono ritrovato nelle ultime pagine del racconto.
Tornando alla parte meno intima e più vicina al mio lavoro, ero molto interessato a sapere delle BR […]
[…] Ne ho dedotto che gli atteggiamenti tesi a sminuire tali rilevanti responsabilità erano ancora attuali, come altrettanto attuali sono purtroppo gli atteggiamenti degli “intellettuali ” che isolano il “nemico” con il preciso scopo di annullarlo dal dibattito.
Ricorderà senza dubbio il convegno AGI nazionale a Milano di qualche anno fa. Lei era invitato sabato mattina tra i relatori incaricati di chiudere i lavori. Al Suo ingresso alcuni colleghi si alzarono e uscirono per manifestare platealmente il dissenso verso di Lei come persona. Se l’intenzione fosse stata quella di contrastare le Sue tesi, sarebbe stato più logico rimanere in sala, prendere la parola e discuterne, anche in modo molto critico. Invece no, il messaggio era per loro “Ichino non si ascolta, non esiste come interlocutore”.
Sembra un episodio vecchio, da collocare al più tardi (e già fuori contesto) negli anni delle nuove BR. Invece no, è dell’altro ieri! Il gesto fu visto e stigmatizzato da molti, ma solo tra i corridoi e i tavoli della pausa caffè. Leggendo lo statuto AGI un simile atteggiamento dovrebbe essere severamente punito, ma la nostra associazione si regge troppo spesso su equilibri ipocriti, che non aiutano a rasserenare il dibattito in una materia che, per fortuna, resta aperta a diverse sensibilità e per questo è profondamente viva.
Grazie, continuo a seguire il suo sito.
Alessandro Di Stefano