“[…] Me lo sono bevuto tutto con piacere, poiché riporta fatti, episodi e personaggi a me noti. […] Anch’io ho un passato che assomiglia al suo, pur con alcune differenze non secondarie; e mi ci sono ritrovato […]”
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Lettera di Giambattista Garza, pervenuta il 27 luglio 2018 – Le altre lettere e le recensioni, riferite a La casa nella pineta, sono raccolte nella pagina web dedicata a libro
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Caro professore Ichino, ho appena finito di godermi la sua “casa nella pineta”.
Premesso che la parte finale su suo padre, mi ha fatto piangere fino a dover dire alla moglie che era “colpa della crema solare sugli occhi”, il libro me lo sono bevuto tutto con piacere, poiché riporta fatti, episodi e personaggi a me noti, come l’amico Alberto Bellocchio. A persone come lei, che hanno rischiato pure la vita, bisognerebbe fare un monumento ed invece i massimalisti insistono, credendo che arrivi Che Guevara ed invece arrivano fancazzisti e fascisti.
Non voglio e spero di non tediarla troppo. Anch’io ho un passato che si assomiglia, anche se lontanamente e in minuscolo, al suo, con alcune differenze non banali. Io provengo da famiglia operaia socialista poverissima e ho fatto solo la terza media. Per il resto ho un percorso complesso, non coerente per alcuni, perché “passato al nemico”, ma coerente con le mie idee e miei valori.
Operaio siderurgico, delegato Fiom, funzionario Fiom Brescia, segretario Fiom Brescia con segretario generale il buon Giorgio Cremaschi (1980-1990), etc. Poi, stanco dei processi stalinisti, per cui chi non era allineato al pensiero di Sabattini e condivideva le idee riformiste di un certo Ichino, era un traditore del popolo ed allora, dopo la “scala mobile” ed un contestato accordo di “premio di risultato basato sul margine operativo lordo” (ovviamente approvato dai lavoratori) me ne andai io. Fu una scelta dolorosa e sofferta, ma non ho avuto la sua stessa pazienza, di aspettare una sinistra che arriva, sempre puntualmente 20 anni dopo, come con il part time!
Ebbi la fortuna di incontrare un industriale, morto giovane, che per me era un grande socialista, anche se lui non sapeva di esserlo. Dopo un periodo di prova durato 7/8 anni diventai Dirigente HR del Gruppo industriale Lonati ed inoltre diventammo pure amici di famiglia. Oggi, a soli 60 anni, sono un Dirigente in pensione e con una figlia giovane che peraltro svolge la sua stessa professione di avvocato, continuo a collaborare con la famiglia Lonati e sono molto contento del percorso fatto, anche perché ho potuto mettere in pratica le mie idee socialiste e riformiste, meglio con questi industriali veri che quando ero in Fiom.
Certo, a volte penso al passato e mi chiedo come abbia fatto ad abbandonare un Sindacato vero, palestra di vita, come la Fiom… per andare sul mercato del lavoro senza paracadute… e mi rispondo che è stata la giovane età, un po’ di irresponsabilità e, credo, anche la voglia di migliorarsi, per sè stessi e per gli altri. Mi è andata bene, sono stato fortunato!
Ora seguo con interesse quello che scrive lei Professore, poi mi diletto di politica e di sociale al mio paesello di Ospitaletto. Infine, spero in una coalizione riformista ed europeista per le europee dell’anno prossimo. Buon lavoro e tenga duro. Con grande stima,
Giambattista Garza
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