“Hai raccontato un mondo che è anche quello da cui siamo nati noi della generazione successiva, ma che noi potevamo solo intuire”
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Lettera di Nicola Guadagni pervenuta il 10 luglio 2018 – Gli altri commenti, recensioni e documenti relativi a La casa nella pineta sono raccolti nella pagina web dedicata al libro.
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Caro Pietro, la settimana scorsa sono stato con la mia famiglia in vacanza nel sud della Sardegna. Poco prima di partire avevo scaricato sul mio e-reader “La Casa nella Pineta”, visto per caso in libreria e acquistato senza davvero sapere che cosa ci avrei trovato dentro. Grazie, davvero, di avere scritto questo libro!
Hai raccontato un mondo che è anche un po’ mio. I Pontecorvo, la storia di Jole, la Zia Paola (incidentalmente: la prima dipartita di cui io abbia memoria… ricordo la commozione di mia nonna Schicchi, che mi aveva molto colpito), Francesca, e i racconti sulla “nonnetta” Tivoli e i Colorni. Tutte “sensazioni” per me, più che coscienza. Almeno prima di leggere il tuo libro.
Questo mondo, grazie a un rapporto di causa-effetto che appare quanto mai evidente, ti ha portato a un “modo di vivere” che, seppure senza ambizione di paragone, sento da sempre anche mio. Il valore del giusto, il concetto che un comportamento “etico” e “integro” è fare quello che è giusto anche quando nessuno ti vede. Portato un po’ all’estremo, anche per non essere solo auto-celebrativi, nella nostra famiglia si è arrivati anche all’uso inconscio del senso di colpa quale potente motore del fare di più…
Mi sono a tratti commosso, anche perché ho realizzato che il periodo di malattia del tuo papà ha coinciso con quello di mia mamma: si tratta di tutta una altra storia, ma la continuità spaziale (via Giotto e corso Vercelli) e quella temporale hanno fatto la loro parte.
Ho un unico appunto: ho apprezzato tantissimo l’albero genealogico che hai inserito all’inizio. Ma mi sarebbe piaciuto vederlo scendere più giù. Non tanto per la auto-celebrazione di vedermici iscritto con moglie e figli, quanto perché c’è una discendenza di quei valori, che sono sicuro userebbe la scusa e avrebbe piacere di ricostruire anche i legami più lontani. Magari una occasione per le future ristampe?
Non voglio tediarti a lungo, come dicevo è solo un ringraziamento. Da tempo sto cercando di convincere mio padre a scrivere lui stesso le sue memorie. Questo tuo libro spero possa essere uno stimolo, dal canto mio ho provato a punzecchiarlo suggerendo che la zia Francesca gli avrebbe detto di farlo e non “ciondolare” (battuta che ha acceso luce nei suoi occhi, oltre a un sorriso un po’ beffardo).
Spero capiti di vedersi presto, sarò a Courmayeur nella prima settimana di Agosto (battendo i tuoi sentieri che da tempo sono anche i miei!). Ciao, a presto!
Nicola