N. 481 – 25 giugno 2018

PENSIONI: QUATTRO DOMANDE AL MINISTRO-ROBIN HOOD
I conti in tasca al taglio delle “pensioni d’oro” prospettato da Luigi Di Maio per aumentare le minime; e qualche considerazione sui costi non contabilizzati degli annunci programmatici inconsulti di questo Governo: leggi il mio editoriale telegrafico di oggi.

Una ciclofattorina di Foodora in piazza Gae Aulenti a Milano

LAVORO: OSSERVAZIONI SU QUEL CHE BOLLE IN PENTOLA
Bene affidare alla contrattazione collettiva l’individuazione delle tecniche di protezione più adatte al lavoro dei rider di Foodora & Co; ma sarà comunque necessaria una legge che regoli gli aspetti previdenziali e fissi uno standard retributivo orario minimo, determinato in funzione del costo della vita in ciascuna regione o macro-regione; e che riapra uno spazio ragionevole per il lavoro occasionale anche nelle imprese medio-grandi. Sono online:
la mia intervista pubblicata martedì da l’Avvenire;
la mia intervista pubblicata il giorno prima da La Stampa;
l’articolo di Andrea Garnero pubblicato venerdì su lavoce.info.

LA CASA NELLA PINETA: 5 INCONTRI IN TOSCANA
Il libro sarà presentato al Forte dei Marmi il 13 luglio, a Borgo a Mozzano il 14, a Carrara il 18, a Pistoia il 27; infine a Seravezza l’11 agosto (luoghi e orari nella pagina Incontri). Nella pagina web dedicata al libro sono online nuovi documenti fotografici e questi commenti e interviste usciti nelle due settimane scorse:
Storia di un riformista, recensione di Andrea di Consoli, pubblicata sul Sole 24 Ore di domenica 17 giugno;
Ancora sulla tecnica del “cordone sanitario”,  lettera critica di un collega avvocato milanese, cui segue la mia risposta;
Con Padre Acchiappati nella baita di Barmasc,
lettera di Pietro Vigorelli;
La Versilia vista dal figlio del camionista e della lavandaia,
lettera di Giorgio Lombardi;
Un libro che evidentemente vive nelle mani di chi legge, lettera di Giorgio Sandulli, a seguito della presentazione del libro alla Sapienza di Roma, il 20 giugno.

LA CREPA INTERNA DELL’ARTICOLO 39
Attuare la disciplina costituzionale della contrattazione collettiva nazionale con efficacia erga omnes, come qualcuno oggi ricomincia a proporre, significherebbe tornare a un sistema di relazioni industriali nel quale la categoria sindacale, definita rigidamente dall’ordinamento statuale, preesiste al contratto collettivo invece che esserne originata: leggi il mio articolo pubblicato sul settimanale della diocesi di Pistoia, La vita.

PER UN SISTEMA DELLE R. INDUSTRIALI ADATTO AI TEMPI
Solo chi pensa che siano state le nuove leggi a favorire il crescere delle disuguaglianze e il diffondersi dei rapporti di lavoro precari può pensare che questi fenomeni si possano contrastare semplicemente tornando ad accentuare la rigidità della disciplina legislativa: leggi la mia intervista al periodico Cisl ControMano, giugno 2018.

LA LOTTA AL PRECARIATO E LE VIE DELL’INFERNO…
… lastricate di buone intenzioni. I contratti a termine in Italia sono in media con l’Area Euro: sarebbe un bel guaio se il risultato dell’intervento restrittivo preannunciato dal Governo su questo segmento delle nuove assunzioni, invece che essere un aumento delle assunzioni stabili, fosse soltanto una perdita di occupazione. Leggi il n. 31 del bollettino della Fondazione Anna Kuliscioff.

 

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