L’ ARIETE IDRAULICO DON LORENZO MILANI, IL PRIORE

“[…] A Barbiana non c’era l’acqua da bere […]; era necessario scendere a Padulivo per prendere dalla ‘Fonte’  l’acqua da bere per tutti […]. Come  l’ariete idraulico col suo battito innalza  l’acqua  alimentando la rete idrica […],  così il Priore con costanza  innalza noi, fino allora  esclusi, verso l’incrocio della Vita”

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Postfazione di Aldo Bozzolini al libro di poesie di Enrico Bougleux,
Crinali e Segnali, che sta per uscire in “autoproduzione” – Di Aldo Bozzolini v. anche Un Pierino per scelta tra i ragazzi di BarbianaSu don Lorenzo Milani v., in questo sito, Don Lorenzo Milani dal vivo; inoltre La dottrina sociale di don Lorenzo Milani    .
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Enrico Bougleux

Nel Febbraio-Marzo 1962, Enrico non ancora laureato, giunge a Barbiana e ci rimane per circa un mese. Il Priore gli aveva chiesto di fare a noi cinque, che abbiamo  completato il corso di Disegno Tecnico, un corso di  Trigonometria.  Michele non c’è. È a farsi le ossa in Germania, alla Mercedes.

Il corso intensivo procedeva a tempo pieno e con grande soddisfazione da parte mia e non solo. Come eravamo soliti  fare nella scuola “lenta e a tempo pieno” di Barbiana, ci costruimmo lo  strumento necessario a sviluppare la materia e  capirla  meglio;  il Teodolite. Misuravamo cioè con una buona approssimazione gli angoli dei tanti triangoli spaziali con i quali riunire i punti più interessanti del paesaggio e rappresentarli su un foglio per poterne calcolare la distanza. Oggi con il satellite si misura  esattamente la distanza  tra la torre civica di Scarperia e  la ciminiera della ex distilleria  di Vicchio, ma vuoi mettere la soddisfazione di calcolarla a mano e con il nostro Teodolite!!!

Anche Enrico si appassionò a quel tipo di scuola così differente e a quella esperienza corale, che poi da grande  è andato in giro seguendo gli input che  a Barbiana aveva assimilato e in questa sua raccolta ci si racconta.A Barbiana  mi avete fatto capire che va messo in discussione il privilegio di essere fra i Pierini della borghesia detentrice della supremazia culturale che opprime i poveri e ai quali devono essere storicamente restituiti cultura e mezzi per riavere pari dignità come persone”, ha scritto poi l’Autore.

A Barbiana non c’era l’acqua da bere, ma soltanto due cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. Era cioè necessario scendere a Padulivo dove abitavo, per prendere dalla “Fonte” l’acqua da bere per tutti. La rete idraulica ( non più di 200 metri di tubazione), univa il deposito di accumulo alla Fattoria e villa Padronale. A circa metà c’era una derivazione con la cannella, la “Fonte”, dove tutti andavamo con mezzine in rame, damigiane o secchi a prelevare l’acqua necessaria in famiglia.

Ricordo ancora la sorpresa di Enrico quando entrò nel casottino del 1918 dove i prigionieri tedeschi avevano installato la pompa funzionante ad acqua sorgiva. Che meraviglia di semplicità e che costanza di durata nel tempo, con quel suo battito regolare di un cuore pulsante il liquido che dà Vita.

Una installazione ormai introvabile, raro esempio di pompa autoelevatrice “, dice Enrico  entusiasta nel vederla  in esercizio e perfettamente funzionante, dopo che l’aveva studiata sui libri delle macchine idrauliche.

Come  l’Ariete Idraulico col suo battito innalza  l’acqua  alimentando la rete idrica, “pecore sardignole rampan cigli, / di tonfi brevi / il ritmo dell’acqua incessante / attinge fluire perenne, così il Priore nello stesso modo  con costanza  innalza noi, fino allora  esclusi, verso l’incrocio della Vita. Il ricordo indelebile come brace latente alimenta…  “Andiamo all’incrocio severo, / già voce di esclusi / e di terre predate, / dove il graffio indelebile / seminò nell’anima / brace latente / e germi rigogliosi d’ansia / annientatrice”     (Barbiana 1962).

Ciao Trigonometrico: quanto è il seno di trenta Gradi ?

Sesto Fiorentino 25 Aprile 2018

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