Il nome che il M5S ha dato al proprio progetto allude a una erogazione universale e incondizionata, ma non corrisponde al suo contenuto effettivo: il d.d.l. n. 1148/2016 prevede una misura strutturalmente simile allo schema del “reddito di inserimento” varato nel dicembre 2017
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Lettera pervenuta l’8 marzo 2018 – Segue la mia risposta – In argomento v. anche l’articolo di Maurizio Ferrera sul Corriere della Sera, 1° dicembre 2017: decolla il “Reddito di inclusione”; e le slides della mia relazione al Gruppo Pd del Senato su “reddito di cittadinanza” e “reddito di inclusione”, Come si combatte la povertà .
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Caro Ichino, una delle carte vincenti della campagna elettorale del M5S, soprattutto al Sud, è stata il progetto del “reddito di cittadinanza”. Se il M5S ora riuscisse davvero a formare un governo, questo suo progetto sarebbe alternativo o in qualche misura sovrapponibile allo schema del “reddito di inserimento” attuato dal Governo Gentiloni? […]
Alessandro Ferrario
Se si va a vedere più da vicino il progetto (proposto in Senato dal M5S con il d.d.l. Catalfo e altri A.S. n. 1148/2016), ci si accorge che il suo nome non corrisponde al contenuto. Mentre l’idea del “reddito di cittadinanza” – o basic income – è essenzialmente quella del diritto di chiunque, per il solo fatto di essere cittadino e senza condizioni, a un reddito minimo erogato dallo Stato, il disegno di legge presentato dal M5S prevede invece che a questa erogazione abbia diritto soltanto chi è disoccupato, e sotto condizione della sua disponibilità a partecipare alle attività necessarie per la ricerca di un lavoro. In altre parole, ciò che propone il M5S è, in realtà, un “reddito minimo di inserimento” la cui struttura essenziale non è dissimile da quella del REI istituito e perfezionato dai governi di centrosinistra nella XVII legislatura, ma di entità notevolmente più elevata e applicazione molto più estesa. Corrispondentemente il suo costo stimato è da otto a dieci volte più elevato. Non è affatto impensabile, però, una via di mezzo tra i due, che costituisca un ampliamento dell’area di applicazione del REI compatibile con i vincoli di bilancio: questo è, del resto, indicato anche nel programma del Pd. (p.i.)
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