Nata da madre turca e da padre per metà tedesco e metà berbero, si è conquistata un master all’Eni, per poi essere assunta in un ruolo direttivo dallo stesso Ente; e ora è un’ottima candidata al Consiglio regionale della Lombardia
Articolo di Massimo Gramellini pubblicato sulla Stampa del 4 maggio 2013 nella rubrica Buongiorno.
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Nadira è nata in Algeria da madre turca e padre mezzo tedesco e mezzo berbero. Quando le chiedono di che razza è, risponde: umana. Suo padre, Rachid Haraigue, ha combattuto il colonialismo francese e poi l’integralismo islamico, da presidente della Federcalcio algerina aprì alle donne gli stadi, ma soprattutto gli studi: chiamava la cultura «il passaporto delle algerine per il viaggio verso la libertà».
Il bambino di Nadira ha mille sfumature nel sangue, una più di lei, che nella lettera più patriottica che abbia mai ricevuto scrive: «Credo in un Paese dove neri, omosessuali, atei, cristiani, musulmani ed ebrei possano vivere senza essere insultati. Dove una donna nata in Congo possa diventare ministra senza essere insultata».