ACEA: UN ACCORDO REGRESSIVO CHE IGNORA GLI UTENTI

Sul piano sindacale, la pattuizione mirante al “ripristino dell’articolo 18 ante-Jobs Act” è pressoché irrilevante: il suo rilievo è di natura esclusivamente politico-mediatica; ciò che rende ancora più sconcertante, in questa operazione, la convergenza della Cgil con la gestione comunale romana a Cinque Stelle

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Messaggio ricevuto l’8 febbraio 2018 – Segue la mia risposta – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico del 30 settembre 2015,
“Questa legge non s’ha da applicare”      .
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Caro professore, mi interesserebbe la sua opinione sull’accordo integrativo ACEA, di cui apprendiamo da questo comunicato Ansa:

Acea(ANSA) – ROMA, 7 FEB – Sottoscritto in Acea l’accordo integrativo con i sindacati, che tra l’altro “prevede il ripristino dell’articolo 18 della legge 300 del 1970 in modo esplicito ed inequivocabile, com’era prima dell’entrata in vigore del Jobs act”: lo fa sapere il segretario generale della Filctem-Cgil, Emilio Miceli, parlando di accordo “importante”. “È un’ottima notizia l’abolizione in Acea delle norme introdotte dal Jobs Act”, commenta il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, secondo cui questo accordo “apre una nuova fase della contrattazione. Abbiamo avuto come obiettivo il miglioramento delle condizioni di lavoro attraverso la riconquista di diritti che il legislatore, sbagliando, riteneva superati e inutili”. Acea, sottolinea inoltre Camusso, “ha dimostrato coraggio, ma non è la sola che si sta muovendo in questa direzione” per superare “il sistema di paura e ricatto introdotto dalle norme del Jobs act”.

La ringrazio
S.M.

È molto curioso che in questo momento nel quale l’ACEA, come le altre aziende municipalizzate romane, deve affrontare problemi drammatici di recupero di efficienza al servizio della collettività, venga stipulato un accordo aziendale nel quale il solo elemento di rilievo pare essere questo del “ripristino dell’articolo 18 nella versione precedente al Jobs Act”: una disposizione che oltretutto non ha alcuna incidenza sui rapporti di lavoro alle dipendenze dell’Azienda, quasi tutti precedenti al marzo 2015 e quindi non toccati dalla riforma dei licenziamenti di quell’anno. Si osservi che, invece, le molte altre disposizioni del Jobs Act, che si applicano anche ai rapporti costituiti precedentemente, non sono derogate dall’accordo. Sul piano sindacale, dunque, questa pattuizione è pressoché irrilevante. Il suo rilievo è di natura esclusivamente politico-mediatica; ciò che rende ancora più sconcertante, in questa operazione, la convergenza della Cgil con la gestione comunale a Cinque Stelle. Quanto all’interesse dei cittadini romani a un servizio più efficiente, nessuno sembra occuparsene.      (p.i.)

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