IL M5S E LA VOLATILITÀ DELLA “BUONA POLITICA”

Il leader grillino Di Maio, per accreditarsi come candidato affidabile alla guida del Paese, compie una svolta a U rispetto a quanto sempre sostenuto dal suo partito in tema di UE e moneta unica

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Secondo editoriale telegrafico per la
Nwsl n. 468, 5 febbraio 2018 – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico del 24 settembre 2016, Tot sidera, tot sententiae. Ovvero: molta confusione di idee nel M5S    .
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Luigi Di Maio

Luigi Di Maio

Il M5S ci aveva detto che proponeva una politica chiara e limpida, nella quale si dicesse sempre pane al pane e vino al vino; per questo aveva chiuso le proprie porte (tranne qualche porticina) ai transfughi da altri partiti, che promettono e non mantengono, e addirittura aveva comminato una penale di 100.000 euro ai propri eletti che cambiassero gruppo in Parlamento: pareva che fosse severamente vietato cambiare idea. Poi, però, è arrivato il leader Luigi Di Maio, al quale cambiare idea sembra invece consentito. Per anni il M5S, Di Maio compreso, è stato fermissimo nel contrastare il processo di integrazione dell’Italia in Europa e nel propugnarne l’uscita dalla moneta unica e il ritorno alla lira per recuperare la possibilità di aumentare ancora il nostro debito pubblico a piacimento; ora, però, l’on. Di Maio è andato a Londra a “rassicurare” la finanza internazionale: se vince il M5S niente uscita dall’euro, e aumento del debito solo se Bruxelles è d’accordo. Cioè niente aumento del debito, perché è ovvio che la Commissione UE non ce lo consentirà. Ma questo significa anche niente “reddito di cittadinanza”, che costa intorno ai 30 miliardi l’anno, e niente “abrogazione della legge Fornero”, che ne costa all’incirca altrattanti. E questa sarebbe la politica chiara e limpida del M5S? Questo sarebbe il “pane al pane, vino al vino”?

 

 

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