TASSE UNIVERSITARIE – 2. IL VERO PROBLEMA E LA SOLUZIONE MIGLIORE

L’università ha bisogno di essere finanziata, e in modo abbondante, ma non direttamente dalla fiscalità generale: meglio dare agli studenti risorse e strumenti necessari per spostarsi geograficamente, in modo da poter scegliere e finanziare solo le università che sanno rendere l’investimento vantaggioso

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Intervista ad Andrea Ichino, a cura di Luciano Capone, pubblicata sul
Foglio il 9 gennaio 2018 – In argomento v. anche tutti i documenti e gli interventi raccolti nel portale Il finanziamento indiretto degli atenei mediante il sistema degli Income Contingent Loans; sulla proposta del leader di LeU Piero Grasso v. il mio editoriale telegrafico Tasse universitarie: quando la politica si riduce a improvvisazione      .
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Andrea Ichino

Andrea Ichino

Roma. Abolire le tasse universitarie. È la proposta con cui il presidente del Senato Pietro Grasso ha aperto la sua campagna elettorale da leader di Liberi e Uguali per “dare a tutti la possibilità di studiare”. Di questi temi Andrea Ichino, economista dell’Università di Bologna e dello European University Institute, si è occupato a lungo e in maniera dettagliata in un libro dal titolo Facoltà di scelta  scritto con Daniele Terlizzese.

Professore, l’abolizione delle tasse universitarie è una proposta giusta o sbagliata?
È una proposta sbagliata sia sul piano dell’uguaglianza (una delle bandiere di Liberi e Uguali) sia sul piano del miglioramento del capitale umano di cui il Paese ha bisogno per crescere.

Non va in direzione della libertà e dell’uguaglianza? In fondo non farebbe che estendere all’università gli stessi criteri della scuola dell’obbligo, ovvero che il diritto allo studio viene finanziato dalla fiscalità generale, perché è sbagliato?
Alla scuola dell’obbligo vanno tutti e quindi finanziarla con la fiscalità generale progressiva implica un’auspicabile ed efficiente redistribuzione dai ricchi ai poveri. Nel caso dell’universita’, la probabilita’ che il povero si iscriva e’ molto piu’ bassa dell’analoga probabilita’ di un ricco. Quindi, l’università gratis per tutti e’ un regalo ai ricchi: Robin Hood al contrario. La progressività della fiscalità generale non basterebbe a compensarlo. Se davvero l’uguaglianza interessa a Grasso, mi spieghi per quale motivo sia equo che i miei figli si possano laureare spendendo così poco.

Pare che nella mania di cercare di imitare le esperienza di sinstra radicale come Sanders e Corbyn, di cui è stato tradotto lo sloga, si sono imitate anche le proposte. Anche se le situazioni sono diverse, le tasse universitarie in Usa e Uk sono molto più alte e il sistema è molto diverso da quello italiano. Sbaglio?
Le tasse universitarie sono più alte in USA e sono state recentemente aumentate in UK, proprio per consentire un miglioramento dell’offerta formativa. I tassi di iscrizione alle universita’ italiane sono bassi perche’ la qualità di molti atenei è bassa. La laurea da noi è spesso solo un pezzo di carta che serve ai figli benestanti, anche se incapaci, per entrare negli studi professionali dei genitori, ma non offre un concreto strumento di ascensione sociale ai giovani meno abbienti, anche se sono dei geni. Non sorprende che quest’ultimi preferiscono fare altro, e andare all’ estero, anche se le tasse universitarie fossero azzerate. Quello che serve è aumentare il finanziamento alle università facendolo pagare soprattutto e esplicitamente a chi se lo può permettere, annullando i costi, con le borse e/o i prestiti d’onore, solo per i giovani dotati che partono da condizioni svantaggiate. E anche lasciare che siano le scelte degli studenti a punire le università che non si meritano un finanziamento.

Facoltà di sceltaL’ex ministro Vincenzo Visco, uno dei Leader di LeU, pare aver ridimensionato al proposta di Grasso dicendo che: “Abolire le tasse universitarie penso sia una metafora per dire che c’è diritto allo studio e borse di studio. D’altra parte da noi sono così basse che non è che abolendole succeda molto. È un segnale importante ma è chiaro che è un tema marginale”. Ha ragione Visco o Grasso?
Ha ragione Visco. Nel caso UK, ad esempio, non esiste evidenza che il recente aumento delle tasse universitarie abbia indotto una riduzione delle iscrizioni. Questo per tre motivi. Primo, l’aumento e’ stato accompagnato da una massiccia erogazione di Borse di Studio Restituibili (tecnicamente, prestiti con restituzione condizionata al reddito futuro dello studente). Ossia, chi è meritevole riceve una borsa tale da poter finanziare in modo consistente l’ateneo preferito. La borsa dovrà  essere ripagata solo se l’investimento avrà successo (ad esempio, solo se lo studente diventerà un medico o un avvocato con redditi elevati). Secondo: le università grazie ai finanziamenti hanno migliorato la loro qualità, sapendo che li avrebbero persi se questo miglioramento non fosse avvenuto. Terzo: il vero costo degli studi universitari è il reddito perso mentre si studia, non le tasse unversitarie. E questo costo è compensato, in UK, dai redditi elevati ai quali si accede grazie a una istruzione universitaria di qualità.

Dai dati Eurydice però emerge che l’Italia è nella fascia medio-alta per il costo delle rette universitarie. E inoltre ci sono tanti paesi dove il costo dell’università è zero o molto più basso che da noi, dalla Germania alla Francia, Belgio, paesi dell’europa centrale, scandinavi e mediterranei. Perché lì sì e da noi no?
Anche negli altri Paesi la demagogia e l’incompetenza imperversano purtroppo. Ma sono in molti, anche in quelle realta’, a ritenere che l’universita’ gratis per tutti sia solo un regalo ai ricchi senza nessun vantaggio per i poveri e per il paese nel suo complesso.

In Italia c’è un’esenzione per i redditi bassi, ma circa il 90% degli studenti paga le tasse e meno del 10 per cento riceve borse di studio per merito/necessità. Va bene così o c’è qualcosa che non va?
Il diritto allo studio va riformato in Italia, nella direzione delle Borse restituibili sopra descritte e utilizzate in UK.

Il costo dell’operazione secondo Grasso sarebbe di circa 1,6 miliardi l’anno. Se un governo avesse a disposizione queste risorse, ci sarebbero cose più utili e necessarie che si potrebbero fare per l’università e per gli studenti?
L’università ha bisogno di essere finanziata, e in modo abbondante, ma non direttamente dalla fiscalità generale. Meglio dare agli studenti gli strumenti per spostarsi geograficamente e per finanziare solo le università che sanno rendere l’investimento vantaggioso.

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