Nessun emendamento su “pensioni minime a 1000 euro”, “reddito di cittadinanza”, o “grande piano di investimenti pubblici”: perché indicare con precisione le coperture finanziarie non è come dirlo
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Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 461, 30 novembre 2017 – In argomento v. anche la replica del vice-ministro dell’Economia Enrico Morando alla discussione generale sul disegno di legge di Bilancio in Senato
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Le scelte fondamentali contenute nel disegno di legge di bilancio presentato dal Governo al Senato sono tre: evitare l’aumento della pressione fiscale di 15 miliardi che, a legislazione invariata, sarebbe derivato dallo scatto di un punto dell’IVA; rafforzare l’incentivo fiscale agli investimenti privati, privilegiando quelli centrati sulle tecnologie più avanzate (c.d. Industria 4.0); destinare un forte incentivo economico al sostegno dell’occupazione giovanile, con la misura strutturale del dimezzamento dei contributi previdenziali per il primo triennio di lavoro. Nel clima politico arroventato di questi giorni, ci si sarebbe potuti attendere che le i tre poli dell’opposizione proponessero in Senato scelte drasticamente alternative rispetto a queste del Governo. Per esempio: che il M5S proponesse, al posto della prima, di destinare quei 15 miliardi a realizzare il “reddito di cittadinanza”, costituente il cuore del suo programma; che il Centro-destra proponesse, chessò, invece del sostegno all’occupazione giovanile la soppressione della tassa sulle seconde case; che Mdp e Sinistra Italiana proponessero un grande piano di investimenti pubblici anche al costo di un aumento dell’IVA.
La cosa stupefacente, invece, è stata che tra i 4000 emendamenti presentati dalle opposizioni al disegno di legge di bilancio non ce n’è neppure uno che si contrapponga alle tre scelte principali proposte dal Governo; neppure uno che proponga una destinazione diversa delle tre decine di miliardi in gioco. Non dei miliardi si occupano gli emendamenti delle opposizioni, ma dei milioni: ciascuno chiede qualche milione per la costruzione della strada X, per il sostegno dell’associazione Y, per promuovere il teatro, la festa locale, l’iniziativa culturale Z. Di questo e solo di questo hanno discusso la Commissione Bilancio e l’Aula del Senato nelle ultime settimane. Il premier Gentiloni e il ministro dell’Economia Padoan dovrebbero andarne fieri: sulle scelte fondamentali Berlusconi, Salvini, Grillo e Bersani, a quanto pare, non hanno nulla di diverso da proporre.
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