L’obbligo di caricare sul sito del ministero il testo di ciascun accordo individuale di smart working costituisce un aggravio dell’adempimento amministrativo previsto dalla legge
.
Lettera pervenuta il 23 novembre 2017 – Segue la mia risposta – In argomento v. anche la mia intervista del maggio scorso Il lavoro agile un po’ appesantito .
.
Egregio Senatore Ichino, sono un consulente del lavoro di Milano. Collaboro con Variazioni srl, società di consulenza specializzata sullo Smart Working. Le scrivo in merito al nuovo portale del Ministero del Lavoro per l’invio delle comunicazioni obbligatorie in merito agli accordi di smart working. Riteniamo che questo ultimo tassello, per come progettato, sia molto meno “smart” della stessa legge n.81/2017 e della circolare INAIL n.48/2017. Questo perché la procedura prevista per l’invio della comunicazione obbligatoria prevede l’obbligo di upload [cioè caricamento – n.d.r.] dell’Accordo di smart working. Pensiamo a nostre aziende clienti che hanno migliaia di smart worker. È davvero una complicanza amministrativa, a nostro modo di vedere, superabile.
Già oggi con l’invio delle comunicazioni obbligatorie di assunzione/trasformazione si compila un format sui vari portali del Ministero del Lavoro (es. Sintesi Milano) e si stampa la comunicazione, senza che si faccia l’upload del contratto di lavoro firmato tra le parti. E’ poi onere dell’aziende, o del Consulente delegato, tenere insieme il contratto di lavoro firmato e la comunicazione effettuata al Ministero (tramite Centri impiego) per eventuali controlli.
Non sarebbe meglio suggerire al Ministero del Lavoro di eliminare l’obbligo di uplaod dell’accordo di smart working?
Ci farebbe molto piacere avere il Suo autorevole parere prima di provare a procedere in tal senso, auspicando (ove Lei d’accordo con noi) un Suo supporto. La ringrazio. Cordiali saluti
Francesco Iasi
Immagino che l’obbligo di comunicazione al ministero del testo dell’accordo tra imprenditore e lavoratore relativo al lavoro agile sia stato previsto in funzione di un interesse del ministero stesso a una conoscenza più precisa e approfondita dei contenuti delle pattuizioni di questo tipo, ora previste dalla legge. Questo impegno per lo studio del fenomeno è apprezzabile; ma – in attesa di conoscere le ragioni del ministero – sono portato a condividere l’opinione di F.I.: questo obbligo di invio del testo dell’accordo costituisce un adempimento aggiuntivo rispetto a quello della stipulazione in forma scritta previsto dalla legge, dunque anche un costo aggiuntivo, che non contribuisce certo all'”agilità” del lavoro agile. Attendo comunque con interesse le motivazioni che il ministero vorrà darci prima di esprimere sul punto una valutazione definitiva. (p.i.)
.