Perché, secondo il costituzionalista fiorentino, nel nuovo sistema elettorale consentire la possibilità del voto disgiunto tra uninominale e proporzionale sarebbe stato un errore

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Messaggio pervenuto il 30 ottobre da Carlo Fusaro, professore di diritto costituzionale nell’Università di Firenze, in riferimento al mio editoriale telegrafico Una toppa (imperfetta) sul buco lasciato dalla Corte costituzionale    .
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Carlo Fusaro

Caro Ichino, condivido il tuo commentino di oggi. Però si deve dire di più: il voto disgiunto (cosiddetto: perché come sai il termine è riferito a una cosa diversa: votare un candidato sindaco e una lista non collegata, laddove però è il voto al sindaco che conta perché è quello che dà la maggioranza ope legis: per cui non importa che uno con l’altro voto si esprima per una lista NON collegata)… è un errore a livello parlamentare per la stessa ragione per la quale è un errore – oggi – avere due leggi diverse Camera Senato (già è un guaio avere due camere con fiducia, ancor peggio con elettorati attivit diversi: figurati se anche le leggi son diverse!). È un errore perché poggiando appunto il regime parlamentare sulla necessaria fiducia della Camera (=delle Camere, ahimé), immaginare l’elezione di candidati monadi alla maniera del parlamentarismo ottocentesco (il che sarebbe una delle conseguenze del voto disgiunto) è follia. Noi dobbiamo costruire ed è già un’impresa maggioranze meno sbrindellate possibile. Figurati se 239 tipi e tipe posson dire “io sono stato eletto, io e non (solo) la lista e il partito, io fo come mi pare, io rivendico la mia autonoma decisione”. Scherziamo?
Attenzione poi: TUTTI fan finta di scordare perché c’erano le due schede alla Camera, e di scordare che al Senato NON c’era voto disgiunto di sorta, una la scheda, uno il voto sia per i collegi sia per la proporzionale!!! (In peggio alla Camera c’era lo scorporo che poi ricollegava senza che nessuno se ne accorgesse – degli elettori intendo – le due schede!!). Un caro saluto.
Carlo Fusaro

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